La bassa illuminazione riduce le capacità cognitive

(di Giovanni Calcerano) Le persone che soffrono di disordini affettivi stagionali sanno bene che l’illuminazione può influenzare, in bene o in male, l’umore e le emozioni. Ma quello che non era finora chiaro è che l’illuminazione può influire pesantemente anche sulle capacità cognitive. Infatti, secondo una ricerca di alcuni neuroscienziati della Michigan State University, trascorrere troppo tempo in stanze o in uffici scarsamente illuminati potrebbe modificare la struttura del cervello e danneggiare l’abilità di ricordare ed imparare. E, sempre per la stessa ricerca, sembrerebbe vero anche il contrario: le luci brillanti e marcate possono migliorare la capacità di memorizzare le informazioni.

Per arrivare a tali risultati, i ricercatori hanno studiato il cervello dei topi dell’erba del Nilo (che, come gli esseri umani, sono diurni e dormono di notte) dopo averli esposti a luce soffusa e a luce intensa per quattro settimane. I roditori esposti a luce fioca hanno perso circa il 30% delle facoltà dell’ippocampo, ossia di quella regione del cervello fondamentale per l’apprendimento e la memoria, ed hanno inoltre ottenuto un netto peggioramento nello svolgimento di un compito spaziale per il quale erano stati precedentemente allenati. Secondo il professor Tony Nunez, uno degli autori dello studio, quello che si è riscontrato è simile a ciò che succede alle persone quando non riescono a ritrovare le proprie autovetture nel parcheggio dopo aver trascorso qualche ora in un centro commerciale o in un cinema.

I ratti esposti a luce intensa, al contrario, hanno mostrato un miglioramento significativo nello svolgimento dello stesso esercizio spaziale. Inoltre, quando i roditori precedentemente esposti alla luce fioca venivano, dopo una pausa di un mese, esposti alla luce intensa per altre quattro settimane, riottenevano completamente la propria capacità cerebrale e risultavano nuovamente in grado di completare il compito in maniera corretta.

Questo studio, finanziato dal National Institutes of Health, è il primo a dimostrare concretamente che i cambiamenti nella luce ambientale portano a modifiche strutturali nel cervello. Secondo Joel Soler, dottorando in psicologia e coautore dello studio, l’esposizione prolungata alla luce a bassa intensità porta a significative riduzioni di una sostanza chiamata “fattore neurotrofico derivato dal cervello”, un peptide che aiuta a mantenere in salute le connessioni e i neuroni nell’ippocampo, ed anche alla riduzione delle spine dendritiche, ossia di quelle connessioni che permettono ai neuroni di “parlare” l’uno con l’altro.

“Dato che ci sono meno connessioni attive, questo si traduce in una riduzione delle facoltà di apprendimento e delle prestazioni della memoria”, ha detto Soler. “In altre parole, la bassa illuminazione crea stupidità.”

È interessante notare che la luce non influenza l’ippocampo in maniera diretta in quanto, dopo aver superato gli occhi, attraversa prima altri siti del cervello. Sulla base di ciò, quindi, il team di ricerca sta concentrando la propria attenzione su un particolare sito del cervello dei roditori, nello specifico un gruppo di neuroni nell’ipotalamo che produce un peptide chiamato orexina. Tale orexina è nota per influenzare una ampia varietà di funzioni cerebrali e sembrerebbe quindi essere la causa del miglioramento o del peggioramento delle performance cognitive. L’ipotesi che andrà quindi verificata è se la somministrazione di orexina ai ratti esposti a luce debole consentirà ai loro cervelli di riprendersi senza essere nuovamente esposti a luce intensa.

Qualora ciò fosse, si potrebbero avere implicazioni significative per gli anziani e per le persone con glaucoma o degenerazione della retina. Sarebbe infatti sufficiente manipolare direttamente il gruppo di neuroni del cervello, bypassando l’occhio, e fornire quindi a queste persone gli stessi benefici dell’esposizione alla luce intensa.

In ogni caso, la ricerca suggerisce chiaramente che il design degli spazi in cui viviamo ha un forte impatto diretto sul nostro modo di agire e di pensare. Dato che, mediamente, trascorriamo il 90% del nostro tempo al chiuso, è quindi assolutamente fondamentale progettare case ed uffici in modo da avere una grande quantità di luce naturale.

La bassa illuminazione riduce le capacità cognitive