Studenti in agitazione, bruciati i manichini di Salvini e Di Maio

Manichini del vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono stati bruciati  a Torino durante una manifestazione.

Il vice premier Matteo Salvini,  questi ‘democratici’ studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che bruciare in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa”.

Luigi Di Maio, “le manifestazioni vanno fatte’. “Ci sono ragazzi che stanno manifestando, per prima cosa vediamoci, le porte del ministero sono aperte, parliamo. Costruiamo insieme una nuova scuola, andate avanti,  ho fatto il rappresentante degli studenti per cinque anni, so bene quale è il valore di una pressione sociale pacifica. Ma non è vero che tagliamo a scuole e università. Vediamoci per un confronto“.

Sono due attiviste del centro sociale Askatasuna, di 17 e 18 anni,  riporta l’ANSA, le studentesse identificate per avere dato fuoco nel centro di Torino a manichini raffiguranti Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Identificate dalla polizia, sono state denunciate per vilipendio alle istituzioni e accensione di fumogeni. Il rogo durante la manifestazione studentesca, organizzata dal Kollettivo Studenti Autorganizzato (K.S.A.) e da Laboratorio Studentesco (La.St), cui secondo le forze dell’ordine hanno partecipato circa 400 studenti.

Le due ragazze” a Torino hanno dato fuoco a due manichini con il volto di Di Maio e Salvini “sono state denunciate per vilipendio delle istituzioni e per l’accensione di fumogeni. Spero che la denuncia per vilipendio, un reato di epoca medievale, venga archiviata il prima possibile e che inizi un percorso sereno di confronto con gli studenti. La repressione non porta mai nulla di buono”. Lo scrive su Facebook il leader M5s e vicepremier Luigi Di Maio.

“Oggi siamo in piazza perché subiamo l’ingiustizia quotidiana di costi economici insostenibili per studiare. La manovra finanziaria annunciata dal Governo ignora i problemi degli studenti, non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o per la ricerca. Da Nord a Sud, saremo in stato di agitazione permanente nelle scuole e nelle università finché non avremo risposte risposte concrete dal Governo nazionale mentre ad oggi Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche”. Così Giacomo Cossu, Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. “Questo non è cambiamento – aggiunge – vediamo infatti il maggior deficit previsto viene utilizzato per condoni agli evasori fiscali e per tagliare le tasse ai più ricchi. Per noi giovani mancano le risorse e mancano provvedimenti concreti per contrastare la precarietà nel mercato del lavoro. Il ‘cambiamento’ tanto propagandato sembra in netta continuità per il passato, perché é assente un progetto di rilancio dello sviluppo sostenibile per il nostro Paese”.

Studenti in piazza a Roma, traffico in tilt – Studenti in piazza anche  a Roma per il diritto allo studio e la sicurezza nella scuola. Al grido “#Chihapaura di cambiare? Noi no!” è iniziata la manifestazione a piazzale Ostiense. Circa tremila i partecipanti. La protesta è stata organizzata dall’Unione degli studenti, Rete degli studenti medi e Fronte Gioventù Comunista.

“Questa mattina, migliaia di studenti sono scesi in piazza al grido “#Chihapaura di cambiare? Noi no!”. Con i volti coperti dalle maschere di Dalì, come i protagonisti del telefilm “La casa di carta”, con un flash mob a Roma davanti a Piramide nelle piazze di tutta Italia si sono fatti portatori di un messaggio di riscatto nei confronti di una politica che da sempre fa i suoi interessi sulla loro pelle”. A dirlo è Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi, che dichiara: “Ci volevano soldati e passivi, ci hanno trovati nelle piazze. Non possiamo più accettare che questo governo si riempia la bocca di parole come “cambiamento”, per poi offrire solo regresso. Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili, soprattutto se non ci si interroga su come risollevare un sistema scolastico che negli ultimi dieci anni ha subito tagli per più di 8 miliardi e che non riesce più ad essere strumento di formazione e crescita delle nuove generazioni: lo provano i 150mila studenti che ogni anno abbandonano gli studi”. Continua Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari: “Il governo sta dimostrando ogni giorno la sua incapacità di mettere in campo azioni concrete per risollevare la condizione dell’istruzione pubblica italiana: sull’Università non c’è alcuna proposta reale per incrementare il finanziamento ordinario del sistema universitario o per superare il numero chiuso, ma solamente annunci e slogan. Tutto questo, insieme alla nomina di Valditara, mente dei tagli Gelmini, a Capo Dipartimento, evidenzia una preoccupante mancanza di prospettiva sul tema. Oggi siamo in piazza per rivendicare e lottare per un’altra idea di Paese, che rimetta al centro la scuola e l’Università e che investa sulle giovani generazioni”. I giovani annunciano per il 16 e il 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, nuove mobilitazioni.

Studenti in piazza a Torino per il cambiamento  – Centinaia di studenti sono scesi in strada, a Torino, per protestare “contro razzismo, finto governo del cambiamento e disuguaglianze”. Il corteo, promosso dagli Studenti Indipendenti, è partito da piazza Arbarello e sfila per le vie del centro città per raggiungere piazza Castello. Davanti al Miur, in corso Vittorio, i ragazzi hanno bruciato una telecamera di cartone posta sopra dei mattoni. “I mattoni sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni – spiegano – Le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci”. “Dalle scuole all’università costruiamo una società multiculturale che educhi alle diversità a partire dai luoghi del sapere”, scrivono su Facebook gli organizzatori della manifestazione. Tanti i cartelli contro il governo: “Lega Salvini e lascialo legato”, “Una scuola sicura è antirazzista è antifascista”.

Studenti in agitazione, bruciati i manichini di Salvini e Di Maio

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