Russia e Iran firmano un accordo storico con la  “clausola di difesa reciproca”

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian e il presidente russo Vladimir V. Putin hanno firmato ieri, al Cremlino, un trattato di cooperazione senza precedenti. Questo accordo consolida un’alleanza strategica tra le due nazioni, accomunate dalla volontà di contrastare l’influenza dell’Occidente e rafforzare le proprie posizioni sulla scena globale. L’accordo arriva in un contesto di tensioni geopolitiche sempre più accentuate, con Mosca isolata a seguito dell’invasione dell’Ucraina e Teheran sotto pressione per le sanzioni economiche internazionali.

Contenuti del Trattato

Il trattato abbraccia una vasta gamma di aree, dal commercio alla cooperazione militare. Un aspetto chiave è l’impegno reciproco a non fornire aiuto militare o supporto all’aggressore nel caso in cui uno dei due paesi subisca un attacco. Tuttavia, a differenza di altri accordi firmati dalla Russia con alleati come la Bielorussia, il trattato con l’Iran non include una clausola di difesa reciproca, riflettendo la volontà di Teheran di mantenere una certa indipendenza strategica.

Kazem Jalali, ambasciatore iraniano a Mosca, ha spiegato: “La sicurezza e l’autosufficienza del nostro paese sono fondamentali. Questo accordo è costruito per preservare la nostra autonomia pur rafforzando la cooperazione bilaterale.”

Durante la cerimonia al Cremlino, Putin ha descritto l’accordo come “una base significativa per costruire relazioni solide basate sulla fiducia reciproca”. Ha sottolineato che Iran e Russia hanno lavorato insieme su vari fronti internazionali, tra cui il sostegno reciproco contro le sanzioni occidentali e l’implementazione di strategie comuni per ridurre la dipendenza dalle istituzioni finanziarie occidentali, come il sistema Swift.

Il trattato include disposizioni per trasformare l’Iran in un nodo centrale per le esportazioni di gas russo, collegando il Mar Caspio ai porti del Golfo Persico tramite una nuova rete di gasdotti. Inoltre, un progetto ferroviario strategico collegherà la Russia direttamente ai porti iraniani, creando una rotta commerciale alternativa che ridurrà la dipendenza dai corridoi controllati dall’Occidente.

Secondo Abbas Araghchi, ministro degli Esteri iraniano: “Questo accordo non è solo un’intesa politica, ma una vera e propria mappa del futuro.”

Cooperazione militare. Sul fronte militare, il trattato formalizza una collaborazione già consolidata. L’Iran ha fornito a Mosca droni e missili balistici a corto raggio, nonostante le smentite ufficiali di Teheran, mentre la Russia ha garantito supporto diplomatico e la costruzione di due reattori nucleari nella centrale iraniana di Bushehr. Tuttavia, la Russia ha evitato di fornire all’Iran avanzati jet da combattimento, in parte per non compromettere le sue relazioni con l’Arabia Saudita, un attore chiave nel determinare i prezzi globali del petrolio.

Un complesso gioco di equilibri geopolitici. L’accordo segna un passo importante nelle relazioni russo-iraniane, ma non privo di sfide. La Russia cerca di mantenere rapporti bilanciati con altre potenze regionali, come gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita. Ad esempio, Mosca ha firmato dichiarazioni con gli Emirati che mettono in discussione la sovranità iraniana su tre isole strategiche nello Stretto di Hormuz, segnalando l’importanza di Abu Dhabi per l’economia russa.

Nikita Smagin, esperto del Consiglio Russo per gli Affari Internazionali, ha osservato al NYT: “La Russia si trova in una posizione delicata, cercando di bilanciare le sue relazioni tra Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Questo trattato codifica lo status quo, ma non rappresenta un cambiamento radicale.”

L’alleanza tra Russia e Iran si inserisce in una più ampia strategia di Mosca per contrastare quella che considera l’egemonia occidentale. Dal 2022, il Cremlino ha firmato trattati con Corea del Nord, Bielorussia e altri paesi, rafforzando una rete di alleanze alternative.

Nonostante ciò, sia la Russia che l’Iran affrontano sfide interne ed esterne: Teheran deve far fronte a una crescente instabilità economica e sociale, mentre Mosca cerca di mantenere il suo ruolo di mediatore in un Medio Oriente sempre più polarizzato.

Questo trattato, descritto come “una svolta strategica” dai leader iraniani, rappresenta un tentativo ambizioso di ridefinire le relazioni bilaterali e creare un fronte comune contro le pressioni occidentali, ma il suo impatto a lungo termine dipenderà dall’evoluzione delle dinamiche regionali e globali.

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