Salvini negli Usa per una nuova partnership strategica

(di Massimiliano D’Elia) Il vice presidente del consiglio italiano Matteo #Salvini è volato a Washington. Una visita che era stata già rimandata, prima delle elezioni. Oggi, invece, dopo l’esito delle elezioni europee, dove vi è stato un plebiscito a favore della Lega, la visita assume un connotato diverso, specialmente con una Commissione Ue sempre di più sul piede di guerra con l’Italia per via del suo debito pubblico  eccessivo.

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Non è dato sapere se incontrerà Trump, perchè il rigido protocollo americano prevede che il tycoon possa incontrare solo capi di Stato.

Tuttavia ci saranno due incontri di peso, con il capo del Dipartimento di Stato, Michael Pompeo e con il vice presidente Mike Pence.

Tanti gli argomenti caldi da trattare, terrorismo, immigrazione, rapporti con l’Iran, la Libia, Venezuela e F-35.

“Salvini, appena è atterrato, in una breve intervista, ha ribadito che occorre garantire gli investimenti in ricerca e Difesa. “Siamo qua per rafforzare la presenza commerciale in Usa”. 

Non è escluso che Matteo Salvini voglia approfondire con l’alleato americano altri temi che potrebbero avere effetti sulla politica italiana.

Salvini probabilmente vuole assicurare l’amministrazione Trump della totale “fedeltà” dell’Italia agli Stati Uniti, visto che il leader della Lega, in passato aveva palesato un avvicinamento alla Russia di Putin, sollevando diffidenza negli americani.

Proprio sui rapporti con la Russia, Salvini ha detto: “Sarebbe un errore strategico allontanare la Russia dall’occidente per lasciarlo nelle braccia della potenza cinese. Occorro riportare la Russia ad un tavolo. Occorre allontanare la Russia dalla potenza cinese“.

Altra questione è riferita al debito pubblico italiano e al fatto che la maggior parte degli investitori sono proprio  americani. Rinnovare e consolidare, in questo momento, una partnership strategica con gli Usa potrebbe costituire l’asso nella manica dell’Italia, ma soprattutto della Lega che guarderebbe con maggiore convinzione alle elezioni anticipate di autunno, staccando la spina al governo gialloverde, che si regge su una estenuante, stucchevole e improduttiva retorica.

Ma torniamo al viaggio in Usa. I media americani definiscono Salvini come il leader europeo che più «somiglia a Trump». Anzi, il Washington Post sostiene che il leader della Lega è la prova che «il modo migliore per aver un buon rapporto con l’Amministrazione Trump è di essere un pò come il presidente stesso».

Riconoscono in Salvini le stesse capacità di Trump nell’aver saputo leggere “la pancia della gente”, cioè «lo scontento per lo status quo, la diffidenza verso le elite, la paura dei nuovi arrivati».

Il Washington Post, sostiene che l’Italia potrebbe diventare l’alleato più affidabile per gli Usa dentro l’Unione Europea, ora che la Gran Bretagna ne sta uscendo.

Lo stesso Salvini ha confermato questa speranza in una intervista alla famosa giornalista Christiane Amanpour della Cnn, alla quale ha detto di voler parlare a Pence della partnership fra i due Paesi «sia di tipo economico, che di altro tipo». In una diversa intervista, al telegiornale della Nbc, Salvini ha prima espresso la sua ammirazione personale per l’Amministrazione Trump, «non solo per l’atteggiamento sull’immigrazione, ma soprattutto per l’atteggiamento sul rilancio dell’economia, sul rilancio del lavoro, sulla difesa del business economico, sull’abbassamento delle tasse», e poi ha aggiunto che giudicherebbe importantissimo «essere un interlocutore privilegiato all’interno della Ue».

 

Salvini negli Usa per una nuova partnership strategica

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