Nuovi Buchi Neri, visti da due rivelatori Vigo

Onde Gravitazionali dalla Rivoluzione Quantistica, rivelata la presenza di nuovi Buchi Neri nella terza migliore osservazione diretta, avvenuta il 4 Gennaio 2017, compiuta dai due rivelatori americani LIGO. Viviamo in un Universo di 58 “Campi” elementari, a cui corrispondono 118 gradi di libertà secondo il Modello Standard. E il telescopio ALMA dell’ESO trova uno degli ingredienti prebiotici della vita intorno a stelle neonate simili al Sole: tracce di isocianato di Metile (CH3NCO), atomi di Carbonio (C) Idrogeno (H) Azoto (N) e Ossigeno (O), la molecola organica coinvolta nella sintesi dei peptidi e degli aminoacidi che, sotto forma di proteine, sono la base biologica della vita come la conosciamo sulla Terra. “Con questa terza scoperta confermiamo l’esistenza di una popolazione di buchi neri di massa superiore alle 20 masse solari, che non era mai stata osservata – rivela Jo van den Brand di Nikhef dell’Università Vrije di Amsterdam, il nuovo portavoce della collaborazione Virgo – grazie al loro lavoro congiunto, le collaborazioni Ligo e Virgo sono riuscite a ottenere una nuova incredibile osservazione di un cataclisma cosmico, avvenuto miliardi di anni fa”. Circa tre milioni di buchi neri possono essere individuati e tracciati con l’Osservatorio orbitante russo Spektr-Rentgen-Gamma progettato per esplorare l’Universo ai Raggi Gamma e X. La parola alla Scienza e all’errore della misura “fantasma” di successo. L’Estate AD 2017 vedrà il gigantesco rivelatore per neutrini, progettato dal professor Carlo Rubbia e installato fino al 2014 nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (Infn), viaggiare attraverso l’Oceano Atlantico, partendo dal Cern di Ginevra, per poi arrivare al Fermilab dove sarà parte integrante del programma di ricerca DUNE sui neutrini d’America. Il Long-Baseline Neutrino Facility (LBNF) indirizzerà verso DUNE un fascio intenso di neutrini artificiali che percorrerà 800 miglia, partendo dal Fermilab per giungere in South Dakota al laboratorio sotterraneo di Sanford. I segreti di Giove svelati dalla sonda Juno: il campo magnetico del gigante gassoso del Sistema Solare ha un’intensità che si aggira intorno a 7,77 Gauss con picchi anche di 9 Gauss. Stiamo muovendo i primi passi di un nuovo modo di studiare il più grande pianeta del Sistema Solare che protegge la Terra dai grossi impatti cosmici a carattere estintivo! Il libro “Che cos’è reale? La scomparsa di Majorana” di Giorgio Agamben, a fondamento della famosa “azione fantasma” a distanza cosmica in corso di verifica sperimentale! Più ricerca per il nostro futuro. Roberto Battiston ricorda Giovanni Bignami. La Ricerca negli Stati Uniti di Europa. A proposito dei Grant dell’European Research Council, i bandi in assoluto più competitivi a livello europeo. Acquisite le statistiche complete di ERC, è possibile approfondire l’analisi di questi bandi nei primi dieci anni d’istituzione. E la prima cosa che salta all’occhio è che, per quanto riguarda l’Italia, a fare gli ERC Grants non sia tanto il Belpaese, quanto gli Italiani che hanno vinto “starting, consolidator or advanced grant” negli anni 2014-2016. Dopo il Politecnico di Milano troviamo l’Università Commerciale Luigi Bocconi (8% dei vincitori italiani), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (7%), l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, entrambi con circa il 5% dei vincitori, ma con un numero di ricercatori molto diverso: dai 4.500 del CNR ai 1.000 dell’IIT. A seguire il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Padova, la Fondazione Telethon e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con circa il 3% dei vincitori italiani. L’Italia ha vinto 420 ERC Grants dal 2007 a oggi. Un trend che è andato in crescendo anno dopo anno, con un picco nel 2015 di 63 Grants: 22 Starting Grants, 19 Advanced, 8 Proof of Concept e ben 14 Consolidator Grants. La Russia diventi Stato Membro dell’ESO. Lunga vita a Icarus e al gatto di Schroedinger !

di Nicola Facciolini

foto Libero Quotidiano

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