L’attacco hacker ai server della Regione Lazio ha portato consigli, tant’è che sul tavolo del governo già si discute di come normare al meglio e in sicurezza il lavoro da casa. La parola d’ordine è “protezione dei dati personali e aziendali”, dopodiché occorrerà garantire la sicurezza dei lavoratori, il diritto alla disconnessione con la definizione dei tempi e delle modalità di lavoro. Visto che l’istituto dello “smart working” potrebbe essere utilizzato da aziende private e dall’amministrazione pubblica anche dopo lo stato emergenziale, che ad oggi termina al 31 dicembre prossimo, occorre normare e regolare il settore per non incorrere in eventuali futuri ricorsi da parte dei lavoratori.
Le novità
Tra le novità, secondo l’ultima bozza, il fatto che il lavoro agile non potrà essere svolto dall’estero a meno che la sede di lavoro sia fuori dai confini nazionali. Nell’accordo dovranno essere definite le giornate in smart working e gli orari delle tre fasce di lavoro da remoto (operatività, contattabilità e operabilità). In linea generale, le amministrazioni pubbliche entro il 31 gennaio di ciascun anno sono chiamate a redigere il Piano organizzativo del lavoro agile (Pola) che individua le modalità attuative prevedendo, per le attività da casa, che almeno il 15% dei dipendenti possa avvalersene.
I tavoli tecnici presso il Governo
Sul tavolo del governo siederanno tutte le parti interessate per costruire un accordo quadro da ‘trasferire’ poi nei contratti di lavoro. Non ultimo sarà un provvedimento legislativo a chiudere il cerchio, laddove non si dovesse raggiungere una convergenza con le parti sociali.
Fino al 31 dicembre resta in piedi la procedura semplificata per il ricorso al lavoro agile che in sostanza non richiede la necessità di definire accordi individuali. Dopodiché dovranno essere applicate le nuove regole, post-emergenza, che potrebbero anche ‘ufficializzare’ l’arrivo del lavoro “ibrido”, un mix tra lavoro in presenza e da remoto.
Intanto, scrive l’Ansa, l’estensione dell’obbligo del green pass per tutti i lavoratori non dovrebbe prevedere alcun automatismo per il lavoro da remoto a chi e’ senza certificato verde.
Nel settore privato, al ministero del Lavoro sta già lavorando una commissione sullo smart working e il ministro Andrea Orlando punta a riavviare il confronto per arrivare a definire un accordo quadro nazionale con le parti sociali. Solo se cosi’ non dovesse essere, si’ interverrà, come detto, con la legge.
Nel pubblico impiego il tavolo dell’Aran prevede una nuova riunione con i sindacati mercoledì’ 22 settembre ed il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, si e’ gia’ detto convinto che entro un mese possa arrivare il contratto delle Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici) che conterrà anche le regole sul nuovo lavoro agile, facendo così da apripista al resto delle amministrazioni, che dovranno regolarlo entro l’anno.