Putin naPutin zvakare, kechishanu Tsar yeRussia isina "vakavimbika" vanopikisa vanokwikwidza

naAndrea Pinto

Nulla ha fermato Vladimir Putin, con il quasi 90% (tra 87% e 90%) dei voti, lo zar dei nostri giorni si riconferma per la quinta volta alla guida della nazione, stabilendo un record: 24 anni al potere senza soluzione di continuità. Certo è che la vittoria era già scritta a chiare lettere dal momento che non vi erano candidati oppositori credibili.

Hanno solo svolto un ruolo di facciata, per decretare elezioni pseudo-democratiche; il comunista Nikolai Kharitonov, in seconda posizione, si è fermato al 4,7%, quello di Gente Nuova, Vladislav Davankov, al 3,6% e quello del Partito liberaldemocratico Leonid Slutsky al 2,5%. L’affluenza alle urne è stimata ad oltre il 73%, rispetto al 67,5% registrato nelle precedenti presidenziali, nel 2018. Mentre si attende ancora il dato del voto elettronico. 

Tra arresti e morti misteriose Vladimi Putin ha così potuto agevolmente superare l’esame elettorale, consolidando il proprio potere e proiettando le sue ambizioni alle prossime elezioni del 2030. Un arco temporale che potrebbe però essere interrotto dall’esito, non scontanto, della guerra in Ucraina e dall’età, il 7 ottobre prossimo Putin compirà 72 anni.

Le proteste dei seguaci di Alexei Navalny hanno prodotto qualche sporadica scaramuccia ai seggi e alcune code alle ore 12.00, così come aveva chiesto da Berlino la moglie del più illustre oppositore, morto di recente nel carcere più remoto della Siberia.

Gli ucraini per quanto possibile hanno cercato di rovinare la festa a Putin lanciando attacchi, a mezzo droni, alle regioni di confine, facendo anche scattare un allarme sugli aeroporti di Mosca.

Putin in serata si è poi recato al quartiere generale della campagna elettorale e proprio dal quel luogo simbolo ha ringraziato tutti i russi per la “totale fiducia”, promettendo un Paese ancora più forte. Un monito è stato lanciato anche agli avversari: “Nessuno ci intimidirà o ci schiaccerà”. Putin ha voluto citare, ironia della sorte, anche il suo più temibile oppositore, Navalny: la sua scomparsa è stata un “evento triste”. 

Nyorera kune yedu yemashoko!

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