Европска унија на терминалу? Бескрајни сукоб Француске Италије са мигрантима. Данас је мали самит у Бриселу

Il giorno del vertice informale di Bruxelles, con almeno 16 paesi membri presenti, gruppo di Visegrad assente, si appresta a diventare un mini summit, un incontro insignificante sia per le non decisioni che verranno prese sia per la debolezza del cancelliere tedesco Angela Merkel, che sui migranti cercherà di riacquisire  il ruolo di leader di una volta, con un pensiero, però,  alle beghe interne che la indeboliscono giorno dopo giorno. Di fronte alla debolezza del cancelliere di ferro, ex…, Emannuel Macron alza l’asticella della tensione e d’accordo con la Spagna lancia in extremis una proposta, quella dei “centri chiusi” per i migranti appena sbarcati in Europa. “Sono hotspot nei paesi di primo sbarco”, cioè in Italia.

Giuseppe Conte, invece, con la sponda di Stoltemberg e della Nato, punta a spostare tutti in Libia e nord Africa. Al riguardo Salvini presto sarà da Sarraj, proprio il Libia per cercare di far quadrare quello che potrebbe essere un progetto, tanto sbandierato in passato ma mai realizzato.

La proposta di franco-spagnola non è stata accolta con favore da parte dei leader politici italiani. La risposta di Di Maio è stata perentoria, “Macron e’ fuori dalla realta’”. “E’ ufficialmente finita – ha detto il leader dei 5 Stelle – l’epoca in cui l’Italia si fa carico di tutto. Gli hotspot nei Paesi di primo sbarco vorrebbe dire ‘Italia pensaci tu’. Non esiste. Non arretreremo di un millimetro”. Ad accendere nuovamente la miccia fra Roma e Parigi è stata la visita del premier Pedro Sanchez da Emmanuel Macron. Il quale, nella lunga conferenza stampa congiunta, ha affermato – fra l’altro – che “bisogna essere chiari e guardare le cifre. L’Italia non sta vivendo una crisi migratoria come c’era fino all’anno scorso. Chi lo dice, dice una bugia”. Il capo dell’Eliseo ha dichiarato che gli sbarchi sono diminuiti “dell’80%” in un anno e che siamo invece in presenza di una “crisi politica”, alimentata da “estremisti che giocano sulle paure. Ma non bisogna cedere nulla allo spirito di manipolazione o ipersemplificazione della nostra epoca”. “650.000 sbarchi in 4 anni, 430.000 domande presentate in Italia, 170.000 presunti profughi.

Furioso il leader della Lega Matteo Salvini, “se per l’arrogante presidente Macron questo non è un problema, lo invitiamo a smetterla con gli insulti e a dimostrare la generosità con i fatti aprendo i tanti porti francesi e smettendo di respingere donne, bambini e uomini a Ventimiglia”.

Le premesse quindi per il vertice informale sono le peggiori. E non migliori sono quelle per il Consiglio europeo. Se n’è reso conto anche il portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux: “Sarà difficile”, ha ammesso, “non bisogna mentire ai nostri cittadini”. Fonti dell’Eliseo avevano fatto trapelare di voler “europeizzare” le politiche di accoglienza, di asilo e di espulsione, una premessa a quanto Macron – e un entusiasta Sanchez al suo fianco – avrebbe annunciato nel pomeriggio di ieri: proposta di “centri chiusi” nei paesi di primo sbarco, finanziati e gestiti sul modello dell’Unhcr dall’Europa, che si occuperebbe poi anche dei rimpatri di chi non ottiene l’asilo. Un’idea che il paese più coinvolto, l’Italia, non prende neppure in considerazione. Tutto il resto del discorso di Macron – la possibilità di far approvare la proposta non a livello europeo ma intergovernativo o addirittura le sanzioni per i paesi che non solidarizzano con l’operazione – sembra destinato a rimanere lettera morta. A sostenere la proposta Macron-Sanchez si candida il nuovo asse Parigi-Madrid-Berlino, ma le chiusure di Italia e del gruppo di Visegrad, assieme all’ostilità del governo austriaco sembrano al momento di far naufragare il fantasioso progetto.

 

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