Successo dell’India che atterra sul Polo sud lunare, al via l’esplorazione dei ghiacci d’acqua

La missione indiana denominata Chandrayaan-3 ha raggiunto oggi, dopo due tentativi, il polo sud lunare con il suo lander, dopo l’insuccesso del 2019 con Chandrayaan-2 e con quello più recente della Russia con la sua sonda Luna 25.

La navicella spaziale ha iniziato la sua discesa finale verso la superficie lunare oggi alle 14.34, ora italiana, quando ha toccato il suolo lunare nei pressi del polo sud. La missione di oggi segna il primo allunaggio morbido sulla superficie lunare da parte di un veicolo spaziale indiano e rende l’India il quarto Paese in assoluto a compiere un’impresa del genere, insieme agli Stati Uniti, alla Cina e alla Russia, finora le uniche nazioni ad aver effettuato allunaggi controllati di veicoli spaziali.

Ieri l’Isro ha passato la vigilia condividendo foto e filmati catturati con le telecamere della navicella spaziale. È stata scattata una vista a volo d’uccello della Luna da 70 chilometri (43,5 miglia) sopra la superficie, mostrando tra l’altro il Mare Marginis, una grande macchia nera formata da antichi asteroidi precipitati. Un’altra immagine, scattata il 20 agosto da un punto di vista molto più vicino, mentre la navicella spaziale passava velocemente, ha offerto un primo piano della superficie grigia e polverosa della Luna.

Secondo l’agenzia spaziale, la navicella è in grado di orientare il proprio posizionamento abbinando le immagini catturate dalle sue telecamere a una mappa lunare programmata nel suo computer di bordo. Chandrayaan, che significa “veicolo lunare” in sanscrito, è stata lanciata dal centro spaziale Satish Dhawan a Sriharikota, nello Stato indiano meridionale dell’Andhra Pradesh, il 14 luglio scorso. Il veicolo spaziale ha effettuato un approccio lento e metodico verso la superficie lunare.

Alla scoperta del ghiaccio lunare

La conferma della presenza di ghiaccio d’acqua lunare nel Polo sud del nostro satellite è potenzialmente una delle risorse più preziose che gli scianziati stanno cercando di studiare.

Agenzie spaziali e aziende private considerano la presenza di ghiaccio lunare una svolta per una futura colonia lunare e le successive missioni su Marte.

Già negli anni ’60, prima del primo atterraggio dell’Apollo, gli scienziati avevano ipotizzato l’esistenza di acqua sulla Luna. I campioni che gli equipaggi dell’Apollo hanno restituito per l’analisi alla fine degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 sembravano essere asciutti.

Nel 2008, i ricercatori della Brown University, scrive Reuters, hanno rivisitato quei campioni lunari con una nuova tecnologia e hanno trovato idrogeno all’interno di minuscole perle di vetro vulcanico. Nel 2009, uno strumento della NASA a bordo della sonda Chandrayaan-1 dell’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale ha rilevato la presenza di acqua sulla superficie lunare.

Nello stesso anno, un’altra sonda della NASA che ha colpito il polo sud ha trovato ghiaccio d’acqua sotto la superficie lunare. Una precedente missione della NASA, il Lunar Prospector del 1998, aveva trovato prove che la più alta concentrazione di ghiaccio d’acqua si trovava nei crateri in ombra del polo sud.

Gli scienziati sono interessati alle sacche di ghiaccio d’acqua antiche perché potrebbero fornire una testimonianza dei vulcani lunari, di quel materiale che comete e asteroidi hanno portato poi sulla Terra e a dato origine agli oceani.

Se il ghiaccio d’acqua esiste in quantità sufficienti, potrebbe essere una fonte di acqua potabile per l’esplorazione della Luna e potrebbe aiutare a raffreddare le apparecchiature per successive missioni su Marte.

Potrebbe anche essere scomposto per produrre idrogeno per il carburante e ossigeno per respirare, supportando altri tipi di missioni interspaziali o l’estrazione mineraria lunare.

Il Trattato sullo spazio extra-atmosferico delle Nazioni Unite del 1967 vieta a qualsiasi Nazione di rivendicare la proprietà della Luna. Non ci sono, pertanto, disposizioni che impediscano le operazioni commerciali.

Uno sforzo legislativo, in tal sesno, è guidato dagli Stati Uniti per stabilire una serie di principi per l’esplorazione della Luna e l’uso delle sue risorse. Parliamo degli Accordi di Artemide che ha 27 firmatari. Cina e Russia però non lo hanno sottoscritto.

Anche Cina e Stati Uniti hanno intenzione di effettuare nuove esplorazioni lunari nel polo sud.

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