Il ministro Tria spiega la manovra finanziaria e assicura “Mai minacciato le dimissioni”

Il ministro Tria, in un intervista rilasciata al Sole 24 ore, spiega la tanto discussa manovra finanziaria: “Non è una discesa forte ma maggiore di quella realizzata negli ultimi anni. E sarà garantita anche da una clausola di salvaguardia sulla spesa che sostituisce le clausole sulle entrate fiscali utilizzate finora in ogni manovra per scrivere obiettivi di deficit e debito poi sempre rivisti”. Il ministro rassicura anche l’Europa sottolineando che la manovra non rappresenta una sfida all’Ue, anche se “mi rendo conto delle preoccupazioni europee e del fatto che i livelli di deficit previsti non rispondono agli accordi Ue”, ammette Tria, secondo cui “si può aprire una discussione e il giudizio sul 2,4% può cambiare”. Sul disavanzo, “con i ministri di spesa la mediazione c’è stata e non da poco. Partivamo da un tendenziale al 2%”, spiega il ministro, che assicura: “Mai minacciato le dimissioni”. Senza intesa nel governo, aggiunge, “avremmo avuto rischio di instabilità politica e ancora bassa crescita”. Il ministro si rivolge poi ai mercati “il mio auspicio è che spiegando la manovra che stiamo preparando, e gli strumenti che mette in campo per l’obiettivo centrale della crescita, l’allarme rientri”.

Riferendosi poi al richiamo del Quirinale, Tria assicura che “L’equilibrio e il pareggio di bilancio rimane un nostro obiettivo fondamentale, anche se il percorso per raggiungerlo viene allungato nel tempo per dare spazio all’esigenza fondamentale di rilanciare la crescita. Se le condizioni lo permetteranno si cercherà di riavviare il processo prima della fine del triennio”.

Per mettere in moto la crescita, accanto al “rilancio degli investimenti privati favorito anche dalle misure fiscali”, bisogna prevedere “un aumento degli investimenti pubblici. Per questo, spiega Tria, abbiamo messo in bilancio circa due decimali di Pil aggiuntivi per il 2019, per poi arrivare a quattro decimali (6, 5 miliardi) aggiuntivi nel 2021 rispetto al tendenziale. In sostanza – spiega Tria – nel triennio gli investimenti pubblici addizionali saranno di circa 15 miliardi e si recupererà metà della perdita accumulata negli ultimi dieci anni in termini di Pil. Nel 2021, la quota di deficit sopra il 2% è tutta di investimenti pubblici aggiuntivi”.

Il ministro dell’Economia e Finanze sul tanto discusso superamento della legge Fornero, pur considerando che questo comporterà un “costo”, ha spiegato che lo svecchiamento dei lavoratori “è necessario per aumentare la produttività, anche nella PA, e favorirà in gran parte i giovani”, dice Tria. Il reddito di cittadinanza “dovrà essere contemporaneamente un intervento di stabilizzazione sociale e di politica attiva del lavoro”. Sul rischio che sia un incentivo al lavoro sommerso, “su mio mandato la Guardia di Finanza sta mettendo a punto un piano specifico di controllo, proprio per evitalo”.

Il ministro Tria spiega la manovra finanziaria e assicura “Mai minacciato le dimissioni”