Terre rare: superate le tensioni tra Trump e Zelensky

Dopo giorni di tensione tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, Stati Uniti e Ucraina hanno raggiunto un accordo per lo sviluppo congiunto dei giacimenti minerari ucraini, compresi petrolio e gas. Kyiv è pronta a firmare l’intesa dopo che Washington ha rinunciato alla richiesta di diritti su risorse per un valore fino a 500 miliardi di dollari.

La scorsa settimana Trump aveva avanzato la pretesa di un accesso preferenziale a questa cifra come compensazione per il sostegno militare fornito dagli Stati Uniti all’Ucraina sotto la presidenza di Joe Biden. Zelensky ha respinto la proposta definendola “non seria”, sottolineando l’assenza di una base fattuale per tale richiesta e la mancanza di garanzie di sicurezza per il suo paese.

Le affermazioni del presidente ucraino hanno suscitato l’ira di Trump e di alti funzionari della Casa Bianca. Trump aveva definito Zelensky un “dittatore”, mentre il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Waltz, lo aveva esortato a moderare i toni, sostenendo che l’accordo rappresentasse la migliore garanzia di sicurezza possibile per Kyiv.

Nonostante l’assenza di impegni diretti in termini di difesa, i negoziatori ucraini ritengono di aver ottenuto condizioni più favorevoli e vedono l’intesa come un’opportunità per rafforzare i legami con gli Stati Uniti. Il tema delle forniture di armi rimane ancora in discussione tra Washington e Kyiv.

Il vice primo ministro ucraino, Olha Stefanishyna, ha dichiarato che l’accordo sui minerali è solo un tassello di un quadro più ampio nelle relazioni bilaterali.

Il documento finale prevede l’istituzione di un fondo in cui l’Ucraina verserà il 50% dei proventi derivanti dalla futura monetizzazione delle risorse minerarie statali. Resta da definire la quota statunitense in questo fondo e i dettagli sugli accordi di “proprietà congiunta” che saranno negoziati successivamente.

L’Ucraina possiede uno dei più grandi giacimenti di minerali critici in Europa, inclusi litio e titanio, risorse ancora in gran parte inesplorate. Secondo l’Istituto di Geologia, il paese dispone di elementi rari come il lantanio e il cerio, utilizzati in televisori e sistemi di illuminazione, oltre al neodimio, fondamentale per turbine eoliche e batterie per veicoli elettrici. Sono presenti anche erbio e ittrio, impiegati nell’energia nucleare e nei laser, mentre alcune ricerche finanziate dall’Unione Europea indicano riserve di scandio, un materiale chiave per componenti aeronautici e biciclette.

Zelensky da tempo punta allo sviluppo di queste risorse, il cui valore è stimato in oltre 12 trilioni di sterline. Nel 2021 aveva offerto incentivi fiscali e diritti d’investimento per l’estrazione mineraria, un piano interrotto con l’inizio dell’invasione russa nel 2022. Considerando l’interesse di Trump per accordi economici di natura transazionale, il presidente ucraino ha inserito lo sfruttamento di questi minerali nella sua strategia di ricostruzione e nella proposta avanzata alla nuova amministrazione americana.

Circa il 53% delle risorse minerarie dell’Ucraina, per un valore di oltre 6 trilioni di sterline, si trova nelle quattro regioni annesse illegalmente dalla Russia nel settembre 2022: Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Quest’ultima, tuttavia, ha un valore limitato in termini di risorse minerarie.

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