Domani Trump parlerà con Putin per chiedere una tregua in Ucraina. In ballo c’è anche un possibile incontro bilaterale. Il Vaticano tra le sedi proposte. Le sanzioni e il calo del prezzo del petrolio tra le leve negoziali
È una partita delicata quella tra Donald Trump e Vladimir Putin. Domani, alle 10 di mattina ora di Washington, il presidente americano chiamerà il leader del Cremlino per tentare di ottenere una tregua nel conflitto ucraino. L’annuncio è arrivato via Truth, dove Trump ha elencato i punti centrali della conversazione: cessate il fuoco e ripresa del commercio.
Al termine della telefonata, Trump si metterà in contatto anche con Volodymyr Zelensky e diversi leader della NATO, con l’obiettivo di coordinare una risposta diplomatica comune. La Casa Bianca spera che sia una giornata produttiva e, soprattutto, decisiva.
La telefonata potrebbe aprire la strada a un incontro faccia a faccia. I ministri degli Esteri Marco Rubio e Serghei Lavrov stanno lavorando per creare le condizioni diplomatiche. Tra le ipotesi in campo, prende quota quella di un summit in Vaticano, proposta definita “confortevole per entrambe le parti” da Rubio, dopo un colloquio con il cardinale Matteo Zuppi.
Restano in gioco anche altre sedi. L’Arabia Saudita ha rilanciato la sua disponibilità: Riad aveva già ospitato il primo incontro tra delegazioni Usa e russe a Gedda lo scorso marzo. Anche la Turchia, che ospitò trattative nel 2022, potrebbe tornare protagonista.
Trump, però, non nasconde la sua irritazione per le manovre di Putin, accusato di inviare delegazioni senza potere e di continuare gli attacchi ai civili. In un’intervista alla Fox ha avvertito: “Se necessario, userò nuove sanzioni”.
La leva economica è fondamentale. Il petrolio ha registrato un calo, anche grazie all’aumento della produzione saudita. Il prezzo è sceso a 64 dollari al barile, con ripercussioni dirette sull’economia russa. Gli Usa, in linea con l’Europa, non contestano più l’abbassamento del tetto massimo sul prezzo dell’export energetico da Mosca.
In questa fase, l’obiettivo non è ancora un accordo di pace duraturo, ma almeno un cessate il fuoco. E per Trump, il tempo stringe: a giugno sarà in Canada per il G7, poi in Olanda per il summit NATO. La sua agenda potrebbe presto includere anche un faccia a faccia con Putin.
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