di Emanuela Ricci
“Quando mettiamo fine a tutto questo, Vladimir?”: con queste parole, Donald Trump ha aperto una lunga telefonata di oltre due ore con il presidente russo Vladimir Putin, dando il via a un nuovo capitolo nel tentativo di porre fine alla guerra in Ucraina. L’ex presidente americano, tornato alla guida della Casa Bianca, ha illustrato ai media i dettagli del colloquio dallo Studio Ovale, esprimendo ottimismo sulla possibilità di raggiungere un cessate il fuoco.
“Sono coinvolte personalità forti, penso che succederà qualcosa”, ha dichiarato Trump. “Se non succede, dobbiamo farci da parte: è una situazione europea e avrebbe dovuto rimanere tale”. Secondo il tycoon, la guerra non sarebbe mai iniziata se fosse stato lui presidente al tempo dell’invasione russa. “Questa non è la mia guerra”, ha ribadito, sottolineando il peso delle spese sostenute dagli Stati Uniti, “tre volte quelle dell’Europa”.
Trump ha affermato di aver sollecitato Putin a fermare “questo bagno di sangue”, confidando nella volontà del leader russo di chiudere il conflitto. “Se pensassi che non volesse porre fine alla guerra, non avrei nemmeno parlato con lui”, ha detto. “Credo che ne abbia abbastanza. È una situazione che si trascina da anni”.
Nel corso della conferenza stampa, Trump ha evitato di definire una “linea rossa” pubblica, per non compromettere i negoziati. Tuttavia, ha assicurato che esiste una soglia invalicabile nella sua mente. Quanto all’efficacia delle sanzioni, per ora la sua amministrazione ha scelto di non introdurre nuove misure contro Mosca. “Vedremo nei prossimi giorni. C’è la possibilità di arrivare a un risultato”, ha affermato.
Riguardo al ruolo dell’Ucraina, Trump ha definito Volodymyr Zelensky “una persona forte, con cui non è facile trattare”, ma ha anche riconosciuto che il presidente ucraino potrebbe essere pronto ad accordarsi per la pace. “Potrò dirlo meglio tra due o quattro settimane”, ha aggiunto. Sul tavolo anche l’ipotesi di portare i negoziati in Vaticano, per iniziativa di Papa Leone XIV: “Sarebbe una grande idea”, ha commentato Trump.
Attraverso un post su Truth Social, Trump ha annunciato ufficialmente che Russia e Ucraina avvieranno immediatamente i negoziati per un cessate il fuoco, segnalando anche il possibile inizio di trattative più ampie per un accordo di pace. “Le condizioni saranno negoziate tra le due parti, che conoscono i dettagli meglio di chiunque altro”, ha scritto.
Al termine del colloquio con Putin, Trump ha informato i principali leader occidentali della decisione di avviare i negoziati: Zelensky, Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron, Giorgia Meloni, Friedrich Merz, Alexander Stubb e Keir Starmer sono stati coinvolti in una successiva telefonata.
Putin ha definito la conversazione con Trump “franca, informativa e molto utile” e si è detto pronto a collaborare con Kiev per la redazione di un memorandum che definisca i termini per un eventuale cessate il fuoco e un futuro accordo di pace. “Siamo pronti a lavorare su principi condivisi”, ha affermato il presidente russo, secondo quanto riportato dall’agenzia Tass. I colloqui, già avviati a Istanbul, sembrano aver aperto uno spiraglio: “Siamo sulla strada giusta”, ha aggiunto.
Da parte ucraina, però, non mancano le cautele. Zelensky ha dichiarato di aver chiesto a Trump, prima del colloquio con Putin, di non prendere “alcuna decisione sull’Ucraina senza il nostro consenso”. Kiev non è ancora stata messa al corrente del memorandum russo, e il presidente ucraino ha sottolineato che potrà esprimersi solo dopo aver ricevuto proposte concrete.
Zelensky ha ribadito l’importanza delle sanzioni economiche, soprattutto da parte americana: “Il pacchetto europeo sarà forte. Ma quello statunitense è ancora in discussione. Dobbiamo collaborare affinché venga adottato un pacchetto significativo”, ha affermato, sottolineando l’impatto che le sanzioni bancarie ed energetiche possono avere sulla capacità russa di sostenere la guerra.
Il presidente ucraino è intervenuto anche su X, lanciando un appello alla comunità internazionale: “È un momento decisivo. Il mondo ora può dimostrare se i suoi leader sono davvero in grado di garantire un cessate il fuoco e una pace reale”. Kiev si è detta disponibile a negoziare in qualsiasi formato e sede, indicando Turchia, Vaticano e Svizzera come opzioni valide. “I nostri rappresentanti sono pronti. Ora serve la stessa volontà da parte russa”, ha concluso Zelensky.