Un pugno allo stomaco: “I soldati per scaricare i banchi di Arcuri”

   

(Adnkronos) – Sono arrivati a destinazione i primi banchi monoposto realizzati per la riapertura delle scuole in sicurezza dopo la pandemia di Covid19. A Nembro (Bergamo) i primi 460 banchi li hanno scaricati da pochi minuti i militari dell’esercito, all’interno di un istituto. La cittadina, tra le più colpite dal virus, è stata scelta dal commissario straordinario Domenico Arcuri in modo simbolico, insieme ad Alzano Lombardo e Codogno, come destinazione ‘simbolica’ per portare la prima fornitura.

(di Andrea Pinto) Ieri tutti i telegiornali hanno mandato in onda le immagini dei nostri militari che aiutavano a scaricare dai tir i banchi di Arcuri, li disimballavano  per poi posizionarli all’interno delle aule. Un bel gesto simbolico: “Lo Stato c’è e consegna i banchi  con il suo braccio armato”. Almeno penso  e spero sia stata questa la motivazione che ha indotto qualcuno ad ordinare questa nuova missione. Una missione che, secondo alcune indiscrezioni dal mondo militare non è stata molto apprezzata non per il nobile fine ma per l’ennesimo impiego non proprio adeguato al rango istituzionale dei nostri soldati.

Un pugno allo stomaco, questa è stata la sensazione vedendo quelle immagini, hanno riferito alcuni militari.

“I nostri ragazzi sono addestrati per fare altro ma per lo stato d’emergenza in corso  sono stati utilizzati, “in uniforme” (indossata sempre in maniera impeccabile) a fare un lavoro che di solito fa la ditta fornitrice ma che avrebbe potuto fare, invece, anche chi riceve il reddito di cittadinanza e sta comodamente a casa con i pop-corn seduto sul divano a godersi l’ignobile scena in televisione”. 

Tale sentimento è stato evidenziato anche da diverse e-mail ricevute in redazione che lamentano, tra sconcerto ed incredulità, l’impiego non proprio tradizionale dei nostri soldati. Questa volta non è proprio piaciuto l’impiego fuori delle righe.

La domanda sorge spontanea, ma chi ha permesso tutto questo? La Protezione Civile, la Difesa o l’iniziativa di qualche comandante del territorio su richiesta della prefettura? Probabilmente non avremo mai una risposta esaustiva, certo è che ogniqualvolta è dichiarata un’emergenza  i militari vengono utilizzati in alcuni lavori che poco hanno a che fare con le “stellette”. Ricordo quando i militari in Campania furono costretti a raccogliere la pattumiera che, per l’incapacità delle amministrazioni locali, aveva sommerso le città rendendole delle vere e proprie  discariche a cielo aperto. L’incuria e l’incapacità di pochi si è poi trasformata in emergenza nazionale.

A chiarirci le idee sull’impiego delle nostre Forze Armate in compiti diversi da quelli di Istituto è stato il generale Mario Arpino, già capo di Stato Maggiore della Difesa, su un articolo pubblicato da Formiche: ”Non solo immobili per la quarantena e presidi delle zone isolate. Le Forze armate possono fare la loro parte nell’emergenza coronavirus anche con il servizio sanitario militare e le eccellenze nel campo del trasporto speciale e d’urgenza. Vantano poi “la reattività di risposta” tipica di chi risponde agli ordini, essenziale in situazioni che richiedono rapidità. L’importante, ci spiega il generale Mario Arpino, già capo di Stato maggiore della Difesa, è che “gli ordini siano strutturati e coordinati”.

Il generale ha poi parlato della “Terza Missione” dei nostri militari, scritta a chiare lettere sul Codice dell’ordinamento militare. Dopo la difesa dello Stato e il contributo alla pace e alla sicurezza internazionale attraverso le organizzazioni di cui l’Italia è parte, alle Forze armate spettano “concorso nelle attività di protezione civile su disposizione del governo, concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni e il bene della collettività nazionale nei casi di pubbliche calamità”. L’impiego dei militari per la “terza missione” della Difesa è ormai noto a tutti. L’operazione Strade sicure ci ha abituato alla vista di uomini e donne in divisa per le nostre città. Tra terremoti, emergenze neve e inondazioni, sono tanti gli eventi emergenziali che hanno registrato l’intervento (sempre apprezzato chiosa Arpino) della Forze armate.

Perchè allora far scaricare i banchi ai nostri militari?  E’ stata una scelta non proprio felice dettata probabilmente dall’emergenza e supportata dalla capacità delle nostre Forze Armate di saper fare tutto e di poter arrivare ovunque in tempi rapidi. Se il fine è quello di far riaprire le scuole, si augura per tempo, questa volta si può anche chiudere un occhio, anzi entrambi rivolgendo l’ennesimo  ringraziamento ai nostri ragazzi con le stellette.