Il pronostico dell’IA suggerisce Parolin, Zuppi e Tagle. Esiste anche un gioco che si chiama FantaPapa e che vede in testa alla classifica Zuppi, Parolin, Tagle, Pizzaballa e Ambongo Besungu
di Aniello Fasano
Il Conclave si avvicina e cresce l’interesse per i cardinali che potrebbero succedere a Papa Francesco. Lo scontro tra la corrente dei conservatori e dei progressisti è molto forte e caratterizzerà le fasi dell’elezione. Questo perché la figura rivoluzionaria di Papa Francesco ha polarizzato le gerarchie cattoliche creando tensioni profonde nella Chiesa di oggi, dove la scelta del prossimo pontefice sarà anche – inevitabilmente – una scelta di direzione.
In questi anni di pontificato di Papa Francesco molti sono stati gli oppositori del Santo Padre che faranno pesare le loro idee su quanto deciderà lo Spirito Santo.
Tra questi ricordiamo i sostenitori inossidabili di una visione rigida della dottrina, predicatori di una Chiesa che si oppone con forza a ogni apertura su temi come l’omosessualità, la comunione ai divorziati, la sinodalità o le aperture a favore delle donne nelle gerarchie ecclesiastiche. Schierati addirittura contro il vaccino anti-Covid, definito un “complotto contro l’umanità”.
Per molti cattolici, favorevoli a una Chiesa più aperta, dialogante e in sintonia con i temi sociali contemporanei, un papato conservatore alla Cardinal Burke, rappresenterebbe un ritorno a un modello autoritario e dottrinalmente chiuso, un “restauro” dell’ortodossia.
Dall’altra parte dello spettro teologico, uno dei cardinali considerati pericolosi per i conservatori, se eletto papa, è Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e relatore generale del Sinodo sulla sinodalità. Hollerich ha dichiarato apertamente che la dottrina cattolica sull’omosessualità “non è più corretta” dal punto di vista scientifico, aprendo a una profonda revisione della morale sessuale della Chiesa. Sempre disponibile a un profondo cambiamento dottrinale, in più occasioni ha affermato che alcune verità dottrinali non sono immutabili. Ha, inoltre, espresso apertura rispetto all’ipotesi di ordinare sacerdoti gli uomini sposati, definendo “un meraviglioso arricchimento” la presenza di diaconi sposati.
Per i tradizionalisti, un papato Hollerich rappresenterebbe una minaccia all’identità cattolica consolidata, per i progressisti, invece, è la speranza di una Chiesa più inclusiva, moderna e dialogante, verso la quale si proiettano anche le figure dei cardinali Luis Antonio Tagle, Pietro Parolin e Matteo Zuppi.
Tra questi, Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, è uno dei candidati più noti, più semplici e carismatici. Tagle è spesso definito “il Francesco asiatico”. La sua nomina a cardinale nel 2012 e il suo ruolo come prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli lo hanno messo in evidenza sulla scena internazionale. La sua posizione progressista e il suo impegno nel dialogo interreligioso lo rendono una figura di spicco per una Chiesa in cerca di rinnovamento.
Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato vaticano, è un altro nome che circola con insistenza. Con un’esperienza diplomatica consolidata, Parolin ha svolto un ruolo chiave in accordi significativi, come quello con la Cina sulla nomina dei vescovi. La sua capacità di mediazione e la sua visione moderata lo rendono un candidato capace di unire diverse anime della Chiesa.
Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, è considerato una figura di equilibrio tra le diverse sensibilità della Chiesa. Conosciuto per il suo impegno nel dialogo e nella promozione della pace, Zuppi ha guadagnato attenzione internazionale per il suo ruolo nelle trattative di pace nei conflitti internazionali. La sua capacità di ascolto e la sua visione pastorale lo rendono un candidato apprezzato sia dai progressisti che dai conservatori.
Ad ogni buon conto oggi la Santa Sede si trova ad affrontare una situazione finanziaria difficile. Le entrate derivanti dall’obolo di San Pietro, una delle principali fonti di reddito, sono in calo. Per far fronte a questa situazione, il Vaticano ha dovuto vendere alcuni immobili e ridurre le spese, seguendo le indicazioni di Papa Francesco che ha chiesto ai cardinali di “tagliare il superfluo” e garantire una gestione trasparente delle risorse.
I candidati papabili rappresentano diverse visioni e sensibilità, ma tutti dovranno condividere l’impegno di guidare la Chiesa in un periodo difficile, fatto di sfide e trasformazioni, con un occhio alla complicata gestione delle risorse finanziarie che rimane una priorità, al fine di garantire la sostenibilità e la trasparenza delle attività vaticane.
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