Đếm, bình tĩnh

(di Francesco Matera) Conte stai sereno, la sintesi del discorso di Renzi fatto alla stampa ieri nel tardo pomeriggio. Ha annunciato le dimissioni di due suoi ministri e di un sottosegretario ma ha anche detto di essere pronto a restare “nella maggioranza, se ci vogliono“. Su Conte: “Non ho pregiudiziali nei suoi confronti“, affermando che non siamo noi ad aprire la crisi.

Renzi ha poi assicurato il governo che Iv è pronta a votare le misure anti-Covid, lo scostamento di bilancio e il decreto ristori.

Sembra di assistere ad una partita di scacchi “schizofrenica”, mossa contro mossa. Renzi ha rotto ma non ha chiuso la porta, almeno così pare. Ora tocca a Conte fare l’altra mossa, secondo i paletti indicati dal Quirinale: nessun nuovo governo senza una maggioranza solida ed affidabile, in sostanza non si è favorevole ad un governo appoggiato dai cosiddetti “responsabili”. Mattarella ha fatto capire che vuole maggioranze solide e con un perimetro ben chiaro.

Le mosse da giocare sono poche e molto pericolose. Avviare una trattativa attraverso un patto di legislatura, facendo un passaggio parlamentare. In ultima analisi valutare le dimissioni, salire al Colle e ricevere un nuovo mandato, quindi proporre una nuova maggioranza a Mattarella, senza Iv. Tutti questi sono percorsi con ostacoli insormontabili che potrebbero allungare la crisi, una dilazione temporale che Mattarella non vuole: “Cercate di uscire velocemente dalla condizione di incertezza in cui versa il governo, c’è l’allarmante situazione causata dalla pandemia da affrontare, per il resto, la sintesi sta a lei”. Mattarella ha quindi abbandonato Conte al suo destino, non gli ha suggerito alcuna soluzione, avrà l’asso nella manica? Un nuovo governo tecnico? Un governo istituzionale del Presidente?

Gli scenari

Il Quirinale ascolta i capi dei partiti, i capigruppo parlamentari e i presidenti di Camera e Senato per poi attendere il passaggio parlamentare al fine di constatare se permane o meno il rapporto di fiducia tra governo e maggioranza. Conte va subito alle Camere, parlamentarizzando la crisi. In quella sede potrà capire se esistono i margini per far nascere una nuova maggioranza. Conte però potrebbe anche sfidare Renzi al Senato chiedendo la fiducia facendo uscire allo scoperto i “responsabili”.

L’unica cosa certa è che Mattarella ha dato una “dead line”, il 20 gennaio prossimo. Un periodo molto breve dove potrebbe accadere di tutto, anche decidere di anticipare le elezioni.

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