Per i bambini non esistono ancora solide prove scientifiche sui vaccini Covid, ma i medici Usa spingono per trovare al più presto un rimedio. A fargli eco anche la Società italiana Pediatria – Sip – che sui canali social lancia l’appello: “Abbiamo bisogno di un vaccino sicuro, efficace. Abbiamo bisogno di uno scudo con cui difendere anche i nostri bambini da questo terribile virus”.
La Sip evidenzia come anche in Italia il Covid continua a colpire i piu’ piccoli. Nel nostro Paese, il 5,5% dei casi (240.105) con 14 decessi riguarda la fascia di eta’ 0-9 anni, mentre il 10,0% (436.938) con 16 decessi riguarda la fascia di eta’ 10-19 anni.
Negli Usa i dati li fornisce l’American Academy of Pediatrics: a fine luglio I casi di infezione da Covid 19 nella popolazione pediatrica sono pressoche’ raddoppiati: 71,726 contro i 38,654 della settimana precedente. La variante Delta dilaga e mette sempre piu’ in pericolo la salute dei bambini, che occupano ormai il 19% del bollettino settimanale americano. Da inizio pandemia negli Usa 350 bambini sono morti a causa del COVID 19.
Il parere degli esperti italiani. Sull’opportunita’ di vaccinare i piu’ piccoli, scrive l’Ansa, si sono detti d’accordo diversi esperti, a partire dal coordinatore del Cts Franco Locatelli. Favorevole anche Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano: “Il vaccino per gli under 12 e’ fondamentale perche’, con la riapertura delle scuole, la diffusione fra i bambini fa da elemento di diffusione incoercibile. In altre parole, senza aver vaccinato tutta la popolazione, bambini compresi, la possibilita’ di contenere il fenomeno diventa complicata. Bisognera’ vedere se il futuro non ci riservi, come e’ probabile che sia, la necessita’ di un vaccino aggiornato alle varianti che circolano adesso”.
Ad avvalorare la tesi uno studio pubblicato su Science Advances, secondo cui in qualche anno il Covid-19 potrebbe diventare una malattia prevalentemente pediatrica. I ricercatori hanno sviluppato il modello tenendo conto dell’andamento dell’epidemia in 11 paesi con una demografia molto diversa tra loro, Italia compresa, esaminando gli scenari risultanti dopo 1, 10 e 20 anni. “L’infezione ha un andamento chiaro, con gli effetti piu’ gravi che aumentano con l’eta’, spiega Ottar Bjornstad, uno degli autori. I risultati del nostro modello suggeriscono che il rischio di infezione con tutta probabilita’ si spostera’ sui piu’ giovani, man mano che la comunita’ adulta diventera’ immune attraverso la vaccinazione o l’esposizione al virus. Così come avviene per altri coronavirus e per l’influenza, una volta diventati endemici, afferma Biornstad.