Un nesso tra fibrillazione atriale e demenza? Anticoagulanti anche causa di demenza?
(di Nicola Simonetti) Quando la demenza si nasconde dietro una fibrillazione atriale. Sembrano così lontani cuore e cervello ed invece, quando il cuore non riesce a battere regolarmente e, per esempio, i due atri (detti comunemente orecchiette) si aprono e chiudono con frequenza accentuata ed irregolare, dal cuore possono partire piccoli coaguli che, trasportati dal sangue, possono raggiungere il contenuto della scatola cranica e provocarvi ictus e, in prospettiva, demenza.
La fibrillazione atriale è notoriamente associata ad un aumentato rischio di ictus e di demenza poiché le lesioni anatomiche cerebrali, sommandosi nel tempo, si traducono in un progressivo declino cognitivo.
È stato dimostrato che – ha detto, al Congresso “Conoscere e curare il cuore” in corso a Firenze, il prof. Francesco Prati, presidente Fondazione centro per la lotta contro l’infarto – i pazienti con fibrillazione atriale presentavano tassi più elevati di demenza totale (5.8% contro 1.6%), malattia di Alzheimer (2.8% versus 0.9%) e demenza vascolare (1.0% versus 0.2%) rispetto agli altri. Anche il ritardo nell’instaurazione di una terapia anticoagulante nella fibrillazione atriale sembra associarsi ad un aumento del rischio di demenza. È stato dimostrato che la fibrillazione atriale si associa sia al ridotto volume cerebrale che alla compromissione della memoria, indipendentemente dai segni di infarto cerebrale. È quindi plausibile, data l’associazione tra fibrillazione atriale ed ictus, che i microemboli possano avere un ruolo nell’associazione tra fibrillazione atriale e demenza e, intuitivamente, che l’anticoagulazione orale possa ridurre questo rischio. Infatti piccoli focolai di emorragia intracerebrali potrebbero essere alla base dell’avvio/accentuazione di un processo di demenza.
Spetta al medico valutare, di volta, in volta il rapporto rischio/beneficio e regolarsi in base alla preponderanza di uno dei due fattori.
Il carico socio-economico della demenza è significativo: oltre 44 milioni e mezzo le persone, nel mondo, sono affette da una forma di demenza, di cui oltre un milione solo in Italia. I nuovi casi di malattia sono ogni anno oltre 7.7 milioni: un nuovo caso ogni 4 secondi.