Allarme della Protezione Civile. Stazione spaziale cinese fuori controllo rischia nei prossimi giorni di impattare sulle nostre case

Secondo quanto riportato in una circolare diffusa nella giornata di ieri dalla Protezione Civile ed indirizzata a tutti i Ministeri e alle Regioni, il rientro incontrollato nell’atmosfera, della stazione spaziale cinese ‘Tiangong 1’, primo modulo sperimentale cinese, lanciato dal centro di Jiuquan nel 2011, “potrebbe interessare il territorio nazionale”. Il periodo a rischio indicato nella citata circolare, coincide con le imminenti feste pasquali, e più precisamente la possibile caduta di frammenti potrebbe avvenire nei giorni che vanno dal 28 marzo al 4 aprile e riguarderebbe “le Regioni a sud dell’Emilia-Romagna”.
Sul documento che sta comprensibilmente causando ansia in milioni di italiani, si legge che “La finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo potranno essere definite con maggiore precisione nelle 36 ore precedenti il rientro” e che l’organizzazione e l’interpretazione dei dati sia compito dell’Agenzia Spaziale Italia, che “curerà la fase di organizzazione e interpretazione dei dati avvalendosi del supporto di altri Enti, nazionali e internazionali”.
Al riguardo, la Protezione Civile ha istituito un tavolo tecnico di lavoro, previsto in occasioni come quella che ci apprestiamo ad affrontare, al quale partecipano, insieme all’Asi, il Consigliere Militare della Presidenza del Consiglio, i Ministeri di Interno, Difesa e Esteri, l’Enac, l’Enav, l’Ispra e la Commissione Speciale della Protezione Civile, che nel frattempo, pubblica sul proprio sito un breve vademecum contenente le norme di protezione da attuare per far fronte a tale, non comune, episodio. La Protezione Civile sottolinea infatti che “eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari. Pertanto non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi”.
Ciò nonostante, le indicazioni riportate sul sito della Protezione Civile, indicano come, sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, è possibile fornire, pur nell’incertezza connessa alla molteplicità delle variabili, alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di autoprotezione qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all’impatto:
• è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
• i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
• all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
• è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
• alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri, dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competetenti.
Foto: meteoweb.it

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