Banche: Abi, online la nuova guida sui Piani Individuali di Risparmio (Pir)

Nuove soglie di investimento per i risparmiatori che scelgono i Pir, i Piani Individuali di Risparmio. Alle principali caratteristiche e novità dei Pir è dedicata la nuova infografica dell’Abi realizzata in collaborazione con le banche e le Associazioni dei consumatori che partecipano al progetto Trasparenza semplice. Nell’ambito dell’iniziativa che prevede, tra l’altro, la diffusione di strumenti informativi ed educativi su temi di interesse per la clientela, per favorire la fruizione delle informazioni di carattere bancario e finanziario, l’infografica è stata messa a punto con l’obiettivo di supportare i cittadini nella comprensione di questa importante forma di investimento a medio-lungo termine, pensata in particolare per sostenere le piccole e medie imprese.

Nati per favorire il rafforzamento finanziario del tessuto imprenditoriale italiano, i Pir rappresentano una forma di investimento del risparmio a sostegno dei settori produttivi e della crescita dell’economia, consentendo agli investitori di accedere a importanti benefici fiscali. La disciplina è stata più volte aggiornata per incentivare sempre più l’utilizzo di questo strumento. Cosa sono i Pir, a chi sono riservati, che forme assumono, quali i benefici fiscali: con un linguaggio semplice, l’infografica ne illustra l’attuale formulazione.

L’infografica è in formato digitale ed è disponibile online sul sito dell’Abi nella pagina dedicata (questo il link). Per la sua più ampia diffusione, questo nuovo strumento informativo ed educativo diretto alla clientela è già a disposizione delle banche e delle Associazioni dei consumatori che hanno collaborato all’iniziativa (ACU, Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Asso-Consum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Centro Tutela Consumatori Utenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, U.Di.Con, UNC).

Ecco, in sintesi, i principali contenuti della infografica:

A chi sono riservati i Pir

Possono investire in Pir persone fisiche fiscalmente residenti in Italia che non detengano contemporaneamente più di un Pir e non lo condividano con altre persone fisiche.

Quali forme assumono

I Pir possono investire in diversi strumenti finanziari (quote di fondi di investimento, azioni, obbligazioni e anche conti correnti bancari), purché vengano rispettati i requisiti previsti dalla normativa nella composizione dei portafogli, nei limiti dell’investimento e nei tempi di detenzione. I Pir possono assumere diverse forme: possono essere proposti e gestiti da società di gestione del risparmio (Sgr); possono essere anche di natura assicurativa; possono essere inseriti nell’ambito del risparmio amministrato.

I requisiti necessari per usufruire dei benefici fiscali

Con le ultime novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2022, che hanno innalzato i limiti, l’investimento non deve superare 40.000 euro annui e 200.000 euro complessivi. Inoltre, non più del 10% del portafoglio può essere investito in strumenti emessi dallo stesso emittente; almeno il 70% dell’investimento totale deve essere destinato a strumenti finanziari “qualificati”, ossia emessi da imprese italiane (o europee con stabile organizzazione in Italia). Di questo 70%, almeno il 25% deve essere investito in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle presenti nell’indice FTSEMib di Borsa italiana o indici equivalenti (ossia diverse dalle imprese italiane ad elevata liquidità che sono racchiuse in questo indice azionario o equivalenti); un ulteriore 5% deve essere investito in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle presenti nell’indice FTSEMib e FTSEMid Cap di Borsa Italiana (o indici equivalenti di altri mercati regolamentati), quindi in piccole e piccolissime imprese. Gli strumenti devono essere detenuti per un minimo di 5 anni.

Il beneficio fiscale

Consiste nell’esenzione dalle imposte sulle rendite finanziarie generate dall’investimento (generalmente tassate al 12,5% o al 26%) e dalle imposte di successione sull’investimento, senza vincoli specifici legati all’età dell’intestatario del piano.

I Pir alternativi

Introdotti nel 2020, sono stati pensati per indirizzare il risparmio privato verso piccole e medie imprese non quotate particolarmente esposte alle conseguenze della pandemia da Covid-19. Possono essere detenuti da uno stesso risparmiatore in aggiunta ad un Pir tradizionale; sono prodotti finanziari con soglie di investimento più elevate e vincoli di investimento diversi rispetto a quelli tradizionali, con i quali hanno in comune l’esenzione fiscale sui rendimenti finanziari (sempre purché l’investimento sia mantenuto per almeno 5 anni). Per quanto riguarda le soglie, nei Pir alternativi è possibile investire fino a 300.000 euro ogni anno fino al raggiungimento del tetto di 1,5 milioni di euro. Tra le novità introdotte, la possibilità di essere titolari di più Pir alternativi, sempre nel rispetto del plafond di investimento annuale di 300.000 euro e di quello complessivo pari ad 1,5 milioni di euro. Inoltre, la Legge di Bilancio 2022 ha modificato la disciplina del credito d’imposta per le minusvalenze realizzate nei Pir alternativi, rimodulandone l’ammontare e il termine di utilizzabilità, prorogando la possibilità di trasformarle in credito d’imposta anche con riguardo agli investimenti effettuati nel corso del 2022, per un ammontare massimo del 10% dell’importo complessivamente investito nel Pir e la possibilità di utilizzarlo in 15 quote annuali di pari importo.

Come per tutte le forme di investimento, anche per i Pir occorre valutare assieme al consulente o al gestore gli obiettivi d’investimento e la composizione complessiva del portafoglio di investimenti scegliendo quello più allineato al proprio profilo finanziario e orizzonte temporale.

Banche: Abi, online la nuova guida sui Piani Individuali di Risparmio (Pir)

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