Svolta nel caso Cucchi, appurate le percosse, morto però per precarie condizioni di salute

Francesco Tedesco, uno dei cinque militari imputati avrebbe confessato quanto successo durante e dopo le fasi dell’arresto di Cucchi, indicando come autori del pestaggio i colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, accusati con Tedesco di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità e dicendo che il maresciallo Roberto Mandolini e il carabiniere Vincenzo Nicolardi erano a conoscenza di quanto avvenuto.

Nel corso di una nuova udienza del processo sulla morte di Stefano Cucchi era emersa una nuova incongruenza: una annotazione di servizio redatta da uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, il giorno della morte di Cucchi e da lui inviata alla stazione Appia dei carabinieri è sparita nel nulla. Il documento “assolutamente importante per la ricostruzione dei fatti, è stato sottratto” e non ce n’è più traccia, ha spiegato in aula il pm Giovanni Musarò.

Quello che sta emergendo in questo processo, e a latere di questo processo, è inquietante“. Così l’avvocato Fabio Anselmo, legale di parte civile della famiglia di Stefano Cucchi, ha esordito nell’udienza del 25 gennaio scorso dinanzi alla prima Corte d’Assise di Roma.

Al di là del fatto che le attività di depistaggio sono proseguite nel corso del tempo e addirittura nella fase di indagine che ha portato a questo processo, il fatto che questi accadimenti si verifichino anche oggi, durante un’istruttoria dibattimentale così complessa e così delicata, è di una gravità inaudita. Esprimo quindi – ha concluso Anselmo – il rammarico della famiglia di fronte al reiterarsi di queste pressioni illecite“.

Invito la Corte a riappropriarsi dei suoi poteri – è intervenuto l’avvocato Giosuè Naso, difensore del maresciallo Roberto Mandolini, accusato di falsi e calunnia – Ricordo che questo processo è volto a stabilire se Cucchi è morto per le percosse che gli sarebbero state inferte dai carabinieri, tutto il resto è fuffa“.

IL COLPO DI SCENA

L’esito della perizia medico-legale ordinata dalla Corte di Appello di Roma secondo  ILFORMAT.INFO . E’ datata 7 marzo 2019 la perizia ordinata in data 29 ottobre 2018  dal Presidente della prima sezione penale della Corte di Appello di Roma, Dott. Tommaso Picazio.

Le conclusioni della perizia riportano che Stefano Cucchi sarebbe  deceduto per le pregresse condizioni sanitarie.

Un altro tassello importante si inserisce nel complesso quadro giudiziario. La recente perizia medico-legale chiarisce, una volta per tutte, le condizioni medico-sanitarie del giovane  Stefano Cucchi. Che le condizioni del giovane fossero precarie già lo si sapeva, appurare ora che la causa del decesso è da additare proprio alle condizioni sanitarie fornisce ai giudici ulteriori elementi. Certo è che le percosse ci sono state e chi le ha commesse deve essere giudicato per le deplorevoli azioni commesse.

L’intera vicenda è connotata da molti punti bui. Il fatto che Stefano Cucchi sia morto per le precarie condizioni di salute è  incontrovertibile, ma una concausa può essere ricercata anche nelle presunte percosse. Il punto è che una serie di situazioni “critiche” si sono incontrate quella “maledetta” notte.

 

Svolta nel caso Cucchi, appurate le percosse, morto però per precarie condizioni di salute

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