Conte e i nodi delle nomine dei vertici dell’intelligence

Il 16 giugno, scade il mandato di Mario Parente, direttore dell’AISI. L’incarico di Alberto Manenti, direttore del servizio segreto estero (AISE), è stato prorogato dal Governo Gentiloni, insieme a quello di Alessandro Pansa (DIS) di un anno.

Nel corso della precedente legislatura, l’accordo raggiunto con il Parlamento era che il nuovo governo avrebbe potuto rinnovare le nomine al comparto d’ intelligence completamente.

Quali sono i possibili scenari?

Il neo Presidente del Consiglio potrebbe conservare le competenze sull’intelligence e

  • sostituire Parente e prendersi la prima poltrona della sicurezza;
  • azzerare l’intero vertice dell’intelligence;
  • confermare Parente fino alla scadenza degli altri due e cambiare tutti tra un anno;

oppure delegare il compito ad un sottosegretario specifico (ma non a chi ha altre deleghe, come Giancarlo Giorgetti).

Se Conte manterrà la competenza sull’intilligence, potrebbe essere un modo per rassicurare gli Stati Uniti, molto titubanti alle idee dei leader politici di M5S e Lega per i presunti  rapporti filo russi.

La gestione dei flussi migratori estivi rappresenta una problematica importante: il neo ministro dell’interno potrebbe provare a gestire la situazione da solo o affidarsi al Direttore Manenti che attraverso l’intelligence e il rafforzamento del governo Serraj in Libia è riuscito a contenere il traffico dei migranti.

La delicata partita è ancora tutta da giocare.

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