Migranti: “Avete pagato il biglietto sul treno?”, “tu sei proprio stupido”…la rassegnazione

Sono le sei del mattino. La giornata è fredda ed il venticello mattutino si fa sentire sulle guance di tutti quei pendolari che sono in attesa di un Treno che è partito da Cassino ed arriverà a Roma per dare inizio ad una giornata di lavoro che è partita già in salita prima di cominciare.

Infatti, ogni lavoratore ha i suoi problemi ma un lavoratore pendolare ha il doppio dei problemi di un normale lavoratore.

Non è un aforisma ma è la triste realtà di tutti quelli che sono costretti ad aspettare un treno per guadagnarsi un pezzo di pane, si perché oggi di quello si tratta.

Alla fine… tra un pensiero ed uno sbadiglio, più o meno in orario, il treno giunge al suo binario e davvero bovinamente, centinaia di persone prendono posto dove possono.

Nella stazione successiva, altre centinaia di persone non riusciranno nemmeno a prendere posto dove possono, fino ad arrivare a Roma stipati come sardine, intrisi del sudore degli altri e stanchi già alle sette del mattino che ti verrebbe voglia di tornare indietro.

Ma questo drammatico quadro è ormai recentemente dipinto con colori ancora più scuri che pochi avrebbero potuto immaginare.

Da mesi, tutti i treni pendolari sono presi d’assalto da orde di ragazzi africani che salgono sui treni senza pagare il titolo di viaggio e sottraggono spazio e posti a quei lavoratori che già avevano il proprio fardello di problemi e che invece i biglietti li pagano.

Anche oggi, siamo a Zagarolo, si aprono le porte ed un’orda di giovani africani sale e si sistema dove può e come può.

Non pagano il biglietto, fanno come gli pare.

Questa è la globalizzazione, secondo i nostri rappresentanti di Governo. Peccato che nei loro paesi noi non potremmo fare lo stesso. Quindi è una globalizzazione a senso unico. Non capisco davvero, non capisco i politici italiani che remano contro l’Italia e gli italiani.

I controllori dei treni sono esausti o semplicemente hanno abbandonato ogni speranza. Ne ho fermato uno qualche giorno prima e gli ho detto: “Capotreno, io mi smazzo di lavoro per comprarmi un abbonamento mensile che mi costa poco meno di cento euro. Lei dovrebbe controllare i vagoni e far pagare il biglietto a tutti questi ragazzi africani…” – non ho fatto in tempo a finire la frase. Avrei voluto aggiungere che non è giusto che io paghi perché sono italiano e loro non pagano perché immuni da tutti i diritti e doveri grazie alla copertura del Governo italiano. Il controllore mi blocca per il braccio, mi fissa negli occhi e con una rabbia che si percepisce dal rosso che gli circonda le pupille mi dice: “io non controllo più gli africani perché l’ultima volta che l’ho fatto mi è costato un mese di convalescenza”.

Non ho parole. Davvero resto muto. Non saluto nemmeno il Capotreno che nel frattempo ha mollato la presa del mio braccio e vado via.

Oggi però giungo a Roma ed invece del Capotreno approccio una coppia di giovani africani che sono scesi dal mio stesso treno. Forse mi sono “rischiato” una coltellata. Mi avvicino, li vedo: sono in carne, in salute, ben vestiti e tutti con le cuffiette alle orecchie, collegate ad un telefonino, uno smartphone. Ne accosto uno e gli dico in inglese: “Hai pagato il biglietto per il treno?”. Il ragazzo mi guarda confuso, cerca di capire se sono un controllore ma sono vestito come un povero pendolare. Capisce di non avere di fronte una autorità costituita e sorridendo mi dice: “Your are very stupid!”.

Me la sono cercata, mi ha detto che sono un cretino. Avrei voluto portare la rivoluzione alla stazione termini in quel momento ma come ho fatto con il conduttore, sono rimasto senza parole ma con le pupille venate di rosso. Negli occhi del controllore avevo visto rassegnazione, la stessa che ho io questa mattina, negli occhi di questi africani ho visto arroganza, aggressività e violenza….strafottenza. I due africani hanno fatto qualche decina di metri e si sono infilati in un bus. Anche in quel bus gli italiani con il biglietto e loro senza.

Ma guai a parlare male di questi invasori. Guai. Davvero, vi giuro, davvero, non riesco a capire come mai Gentiloni, Minniti, la Boldrini, Alfano e tutto il Governo facciano finta di non vedere l’invasione in corso dell’Italia da parte di “non profughi”, “non rifugiati” ma di delinquenti stranieri che se ne strafottono dell’Italia e degli italiani e sono pronti a divorare le nostre società, la nostra cultura, i nostri figli con voracità inaudita. Un terzo degli stupri in Italia è opera loro. Ma noi dobbiamo tacere. L’ordine di scuderia, anche per i mezzi di informazione, è far finta di niente, tutto deve sembrare sotto controllo. Non se ne deve parlare.

Davvero non capisco perché il Governo e la politica  possa difendere queste orde di invasori.

Non lo capisco e forse quando lo capiremo….sarà troppo tardi per tutti.

Che Dio aiuti l’Italia.

 

Lettere alla Redazione

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