Giappone, impiccati due condannati a morte 

   

Giustiziati  due condannati per omicidio, uno dei due all’epoca del fatto era minorenne.  L’ha reso noto il ministero della Giustizia. Le impiccaggioni di Teruhiko Seki e Kiyoshi Matsui porta a 21 il numero di esecuzioni effettuate da quando il primo ministro conservatore Shinzo Abe è tornato al potere alla fine del 2012. Seki è stato condananto per l’uccisione di quattro persone a Chiba, a sudest di Tokyo, avvenute nel 1992, quando aveva 19 anni, ha spiegato il ministero. Si tratta della prima esecuzione di un prigioniero del braccio della morte che ha commesso i suoi crimini da minorenne dal 1997, hanno riferito i media nippponici. Matsui, 69 anni, è stato invece impiccato per aver ucciso la sua fidanzata e i genitori della donna nel 1994. Entrambi i condannati avevano chiesto di essere di nuovo processati. “Si trattava di casi estremamente crudeli”, ha commentato la ministra della Giustizia Yoko Kamikawa. “Ho ordinato le esecuzioni – ha aggiunto – dopo un’accuratissima analisi”. Gli oppositori della pena di morte in Giappone sottolineano come la pratica è particolarmente crudele: i detenuti vengono lasciati nel braccio della morte per molti anni, in isolamento e sono informati dell’imminente esecuzione solo poche ore prima che abbia luogo.

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