Gilet gialli: analisti francesi non riescono a spiegarsi la violenza  e la diffusione del movimento

I servizi di intelligence francesi stanno analizzando l’eventuale coinvolgimento russo sui social media e su altre piattaforme nella campagna tesa ad amplificare il movimento dei “gilet gialli”. Conosciuto in francese come “Le mouvement des gilets jaunes”, la campagna è iniziata online nel maggio di quest’anno come protesta popolare contro l’aumento dei prezzi dei carburanti e l’alto costo della vita in Francia. A metà novembre, il movimento ha fatto la sua prima apparizione pubblica con grandi manifestazioni che sono proseguite ogni fine settimana.
I manifestanti affermano che gli aumenti delle tasse colpiscono in modo sproporzionato i lavoratori e le classi medie e che il costo della vita è insostenibile in Francia. Le dimostrazioni hanno assunto connotati di violenza e fino ad ora almeno otto sono le persone morte.
La campagna dei giubbotti gialli è stata bipartisan, i manifestanti appartangono all’intero quadro politico francese. Inoltre, non ci sono leader o coordinatori identificati del movimento.
Venerdì scorso, il Wall Street Journal ha dichiarato che le agenzie di sicurezza francesi stavano indagando sul potenziale coinvolgimento del Cremlino nella campagna dei gilet gialli. Il giornale citava un funzionario della sicurezza informatica del governo francese che affermava: “ci sono state alcune attività sospette. Stiamo studiando l’impatto”. Il funzionario si riferiva all’attività online di alcuni importanti account social-media coinvolti con i gilet gialli. Il Journal cita anche Ryan Fox, un esperto di cybersecurity per l’azienda texana New Knowledge, che afferma: “diverse centinaia di account su Twitter e Facebook” coinvolti nel movimento dei gilet gialli “potrebberp essere controllati da società private vicino a Mosca”. Tuttavia, vi è disaccordo tra gli esperti di sicurezza informatica sulla portata del coinvolgimento del Cremlino nel movimento dei gilet gialli.
Parigi ha in precedenza accusato Mosca di cercare di influenzare la direzione della politica francese. Nel febbraio del 2017, la Direzione generale per la sicurezza esterna della Francia ha avvertito che la Russia aveva avviato un’operazione segreta per tentare di influenzare l’esito delle elezioni presidenziali francesi di quell’anno a favore dell’estrema destra. Tuttavia tale sforzo, non riuscì a fermare l’ascesa al potere di Emmanuel Macron. Da quando assunse la presidenza del paese, Macron è stato uno dei maggiori critici internazionali di delle politiche interne ed estere della Russia. Il Cremlino, quindi, sarebbe molto motivato nel far cadere il governo di Macron.
Tuttavia, ciò non significa che Mosca sia dietro “da sola” ad influenzare il movimento dei giubbotti gialli. Molto stupore ha destato, infatti, negli osservatori politici francesi più esperti, la diffusione e la violenza del movimento.
Il Journal nota che molti dei principali organismi occidentali per la sicurezza informatica, compreso il Digital Forensic Research Lab del Consiglio Atlantico, “non hanno rilevato prove significative di interferenze di stati stranieri” nel movimento dei gilet gialli, sia dalla Russia che da qualsiasi altro governo. Facebook ha anche affermato che i controlli non hanno evidenziato alcuna prova di una campagna organizzata da Mosca per influenzare i gilet gialli. Il giornale ha anche citato Dimitri Peskov, un portavoce del Cremlino, che ha categoricamente negato le accuse secondo cui la Russia sarebbe stata in qualche modo coinvolta nella presunta campagna tesa ad influenzare il movimento dei gilet gialli.

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