I gillet arancioni

(di John Blackeye) Se il virus in Francia è riuscito in poche settimane a fare quello che il Governo non riusciva a fare, cioè togliere dalla strada i facinorosi manifestanti dai gillet gialli che erano comunque mossi da esigenze sociali ben chiare, in Italia il viurs è riuscito a far nascere il movimento dei gillet arancioni che oggi si sono presentati con una carta d’identità ancora non ben definita, scendendo in piazza in alcune città italiane.

Con gli hari krishna non hanno nulla a che fare visto la determinazione con la quale hanno manifestato e siccome nessuno ci ha capito nulla in questa Italia dalle mille sorprese, se si volesse cercare di approfondire la loro provenienza o la loro destinazione basta dare un’occhiata agli articoli dei giornalini nazionali. Se le più grande testate giornalistiche italiane hanno già sparato a bruciapelo contro questo neonato movimento, beh …allora è ragionevole pensare che in qualche modo i gillet arancioni sono contro il “grande sistema”.

Alla guida del movimento si è presentato un ex generale dell’arma in pensione che in passato ha già fatto politica e che è noto per i suoi energici interventi che hanno avuto sempre un qualcosa di eclatante, fosse solo per il fatto di raccogliere visibilità.

Oggi i gillet arancioni chiedevano il ritorno alla Lira italica, cioè alla nostra vecchia moneta nazionale e nello stesso tempo pare abbiano inneggiato contro i vaccini e contro l’Europa.

A dire il vero, di questi tempi, cavalcare il cavallo che si oppone all’Europa è come sparare sulla Croce Rossa se consideriamo che di fronte alle numerose conferenze stampa dei nostri rappresentanti politici abbiamo fatto una indigestione di miliardi di euro da distribuire a destra e a manca ma di cui non si è visto ancora nemmeno un centesimo proprio grazie ai tanti dubbi e tentennamenti di quel mastodontico e forse inutile sistema che è l’Unione Europea.

Molti italiani non hanno nemmeno ancora preso la cassa integrazione mentre per esempio, il bonus biciclette che trova forma dietro uno stanziamento statale di centoventi milioni di euro, non ha trovato una effettiva applicazione nei negozi. La gente è costretta a comprare le bici a prezzo pieno sperando poi in un rimborso che, visto il numero delle adesioni all’iniziativa, potrebbe non arrivare mai in quanto si è sicuramente sforato il tetto di stanziamenti. Che confusione.

È chiaro che questa è l’Italia della burocrazia in cui i politici italiani sono troppo ben abituati a parlare coniugando i verbi sempre e solamente al futuro: faremo, diremo, interverremo, daremo ecc. Mai nessuno che si presenti in pubblico con i dati di fatto alla mano, con fatti concreti già realizzati. Anzi, qualcuno lo ha fatto di recente ma poi è caduto sotto il peso della propria ambizione.

È chiaro quindi che questo malumore possa generare fenomeni come quello dei gillet arancioni, una novità tutta italiana mutuata dal fenomeno francese di cui si spera non vogliano raccogliere l’esempio della violenza.

Tuttavia, in Francia, i gillet gialli si sono mossi sulla spinta di restrizioni e tasse imposte dallo Stato che avevano portato la gente comune a soffrire quasi la fame. E la storia insegna che il popolo scende in piazza per le rivoluzioni solo quando ha la pancia vuota.

In Italia non pare ci sia questo rischio. Molti italiani sono in condizioni economiche critiche ma alcune attività commerciali che piangono miseria sono poco credibili visti i profitti che hanno fatto per anni imponendo prezzi alti sulle spalle della povera gente.

Un proverbio però recita dicendo “mai dire mai”. Dei gillet arancioni non sappiamo nulla o quasi nulla ma il fatto stesso di essere già stati aggrediti dal “sistema” ne definisce la collocazione politica in un contesto in cui il Governo non dovrebbe dormire proprio sogni tranquilli.

Ma l’oppio dei popoli è quasi pronto, il Governo ha trovato un accordo con la Lega e le partite di calcio stanno per riempire di nulla, nuovamente, i cervelli degli italiani, spostando i loro ragionamenti su una palla rincorsa da atleti strapagati. La pressione sull’esecutivo dovrebbe calare.

Speriamo però che si continuino a riempire anche le pance degli italiani, oltre che svuotargli il cervello con il calcio, perché in caso contrario i gillet arancioni sarebbero solo all’inizio di un fenomeno che potrebbe evolversi in qualcos’altro.

I gillet arancioni