La Difesa aspetta il ministro Guerini, tanti i dossier da “maneggiare con cura”

(di Andrea Pinto) Il governo del cambiamento bis ha visto oggi la luce con il giuramento dinanzi al Capo dello Stato. Entro martedi’ il governo Conte dovrebbe incassare la fiducia delle due Camere e, quindi, entrare nella pienezza dei poteri. Il dibattito sulla fiducia al Senato si terra’ martedi’. Lunedi’, con inizio alle 11 Conte presentera’ il suo programma alla Camera. Strada ancora in salita per il Conte bis perchè il voto di fiducia al Senato è tutt’altro che scontato, bastano un manipolo di senatori, 6-7  Scillipoti di turno per far saltare tutto. Mentre si svolgeranno i lavori alla Camera lunedì, il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, ha convocato gli italiani in piazza Montecitorio lunedì a partire dalle ore  11.00. L’invito è stato esteso a tutti gli italiani contrari a questo governo, non ci saranno simboli di partito ma solo tricolori.

Uno dei dicasteri più caldi otre a quello dell’Interno, affidato ad un tecnico il prefetto Lamorgese, è quello della Difesa, dove siederà Lorenzo Guerini in quota Pd.

Il ministero della Difesa è interessato, parimenti a quello dell’Interno e dei Trasporti, all’emergenza dei migranti. Per questo motivo  il responsabile del Dicastero ha l’obbligo di muoversi con decisioni condivise con la politica cercando di non mortificare troppo il ruolo delle Forze Armate.

La Difesa deve, poi, sbrogliare la matassa degli investimenti che hanno subito sterili ripensamenti e preoccupanti ritardi. In primis dovrà essere chiarita la questione del programma F-35, dei sistemi della difesa e del soccorso aereo. L’Aeronautica militare a sentire gli addetti ai lavori non ha neanche il carburante per far volare i velivoli. Altra questione è quella di decidere quanto prima a quale programma aderire, ora, per sostituire fra 10-15 anni la linea Eurofighter. Francia e Germania si sono già organizzate con il programma Facs, la Gran Bretagna con il Tempest, dove l’azienda italiana leader nel settore Leonardo già partecipa attivamente al programma forte della presenza industriale in Inghilterra dove impiega circa 7 mila dipendenti. Ora spetta al nascente Governo e al ministro Guerini accelerare i processi per procedere ad una partecipazione attiva ad uno dei due programmi perchè solo ora avrebbe un senso strategico.

Alla luce delle pressanti difficoltà di esercizio di Esercito, Marina e Aeronautica, occorrerà rivedere i rapporti con alleati storici e strategici. La storica alleanza transatlantica dovrà essere inevitabilmente coltivata con maggiore convinzione, cercando di portare i fondi per la Difesa sempre più vicino al 2 per cento del Pil, così  come ha chiesto nel 2014 Donald Trump ai partner della Nato. Oggi impieghiamo per le esigenze del Dicastero appena l’1,18 per cento del Pil.

Il pensiero del generale Leonardo Tricarico

Interessante il pensiero del generale dell’aeronautica in pensione Leonardo Tricarico sul “turn-over” al vertice della DIfesa:  “Scaramanticamente avevo messo champagne in fresco e stasera stappo e brindo al passato e scampato pericolo”. Tricarico spiega che “già l’area politica di estrazione del nuovo ministro è una garanzia rispetto all’alleato di governo in linea di principio”, alleato che “mi pare non avesse alcuna sensibilità per le questioni della difesa e che le avesse in senso negativo sotto tutti i fronti”. “Del nuovo ministro non ho una conoscenza approfondita – osserva Tricarico – ma quel tanto che mi basta per dire che è una persona seria, equilibrata, riservata, che rifugge dalla scena e dalle sceneggiate“.

E’ noto che il generale Leonardo Tricarico non nutriva simpatia per l’ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, più volte attaccata dall’ex capo di Stato Maggiore sia per la gestione “superficiale” degli investimenti per l’intero comparto sia per la spinta data alla sindacalizzazione dei militari.

Il ministro Elisabetta Trenta dopo la sentenza dell’Alta corte dello scorso luglio aveva deciso, con un decreto ministeriale, di autorizzare con l’approvazione degli statuti, le prime associazioni militari a carattere sindacale nonostante fosse ancora in discussione presso la Commissione Difesa la bozza della Legge “Corda”. Un gesto autorevole e coraggioso con l’unico intento di iniziare un percorso, quello sindacale per i militari, che vedeva il nostro Paese tra gli ultimi dei paesi occidentali a riconoscere questo diritto ai cittadini con le stellette.

Al riguardo abbiamo raggiunto al telefono l’avvocato Giorgio Carta, ideatore e padre nobile del Sindacato Italiano dei Militari e oggi legale di Sim Aeronautica, SIM Marina, Sim Guardia Costiera, Sim Guardia di Finanza e Nuovo Sindacato Carabinieri. Carta ha così salutato il ministro Trenta: “Con l’avvicendamento a palazzo Baracchini, perdiamo un grande ministro della difesa, secondo me il migliore degli ultimi venti anni. Non conosco il successore, ma mi auguro che segua la linea di umanità e disponibilità espressa da Elisabetta Trenta. Faccio gli auguri al nuovo ministro, ma con il dispiacere di non poter più contare sul ministro sorridente che dispensava serenità a tutti i cittadini in uniforme”

Abbiamo poi sentito il presidente del Sim Aeronautica, Sinibaldo Buono: “Noi del Sim Aeronautica auspichiamo un percorso che possa finalmente portare i sindacati militari alla piena operatività sancita dalla Corte costituzionale ormai 17 mesi fa . Se sarà il Ministro Guerini, al quale porgiamo il nostro in bocca al lupo, a esserne l’artefice gliene renderemo merito. Smentirebbe così la linea tenuta dal suo partito durante tutta la discussione della proposta di legge Corda in Commissione Difesa della Camera e il suo approdo in aula poi annullato”.

Chi è Lorenzo Guerini

Nato a Lodi nel 1966, Guerini è laureato in Scienze Politiche ed è assicuratore di professione, ha militato tra gli anni ’80 e ’90 nella Democrazia Cristiana ed è stato presidente della sua Provincia nel 1995. Dopo due mandati fu eletto sindaco di Lodi in quota Margherita e nel 2012 è stato eletto come deputato con il Pd. Fin dai tempi dell’Anci, quando Guerini era sindaco, quest’ultimo ha consolidato i suoi rapporti con l’allora collega Matteo Renzi, all’epoca primo cittadino di Firenze. Il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica è da sempre considerato, nel suo partito, un abile mediatore e tessitore di compromessi. Abilità che gli sono valse l’appellativo di ‘Arnaldo’, in ricordo delle riconosciute qualità dell’ex segretario Dc, Arnaldo Forlani. Prima di essere eletto presidente del Copasir nel 2018, Guerini – già deputato – aveva assunto ruoli nella segreteria nazionale del Pd. Nel febbraio del 2014 affiancò il presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi durante le consultazioni istituzionali per la formazione del nuovo governo, compreso il faccia a faccia che l’ex premier ebbe con Beppe Grillo. Tra il 2014 e il 2017 è stato vicesegretario del Pd assieme a Debora Serracchiani.

 

 

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