La Lamorgese “arruola” il leghista Maroni al Viminale

Luciana Lamorgese sceglie il leghista storico Roberto Maroni per presiedere la consulta sul contrasto al Caporalato. La sede? Il Viminale. Tiepida e piccata la reazione del leader della Lega, Matteo Salvini: “Per ottenere dei risultati, un ministro palesemente inadeguato come Luciana Lamorgese deve ricorrere a un importante esponente della Lega. Maroni ha il totale e incondizionato sostegno del partito, che lo ha aspettato con affetto anche in questi mesi difficili per la sua salute“.

Maroni ritorna quindi sulla scena politica, dopo essere stato costretto a ritirarsi dalla corsa a sindaco di Varese per ragioni di salute. Lamorgese in realtà ha un rapporto personale consolidato con l’ex ministro dell’Interno, dai tempi in cui era prefetta di Milano mentre lui era governatore della Regione Lombardia. Il profilo del leghista è quello che si stava cercando, riferiscono fonti del Viminale: “Il presidente Maroni ci ha dato il grande onore di accogliere la nostra richiesta, sappiamo che in virtù della sua grande esperienza come ministro dell’Interno e del Lavoro ci potrà aiutare per agevolare un virtuoso raccordo tra amministrazioni centrali e del territorio“.

La consulta avrà il compito di dare impulso alle iniziative contro il caporalato previste, prevalentemente a livello locale, nell’ambito del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Il fenomeno è “al centro dell’attenzione del governo“, assicura il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. “È un nuovo e ulteriore passo verso una declinazione concreta dell’azione di contrasto del fenomeno sui territori”, evidenzia il ministro del Lavoro. Le parti sociali avranno un ruolo centrale, così come le istituzioni locali perché i sindaci e le prefetture sono chiamati ogni giorno a gestire le ricadute del caporalato sul territorio.

La consulta nasce da un protocollo sottoscritto a luglio a seguito di una convenzione con l’Anci per sostenere i comuni che hanno conosciuto sfruttamento e disagio abitativo connesso al lavoro agricolo.

“Abbiamo fatto passi avanti nella repressione, ma ora il tema è risalire la filiera e capire quali sono gli elementi che spingono verso quella direzione, dal ribasso dei prezzi al dumping”, riferisce Orlando.

Una delle priorità sarà terminare la mappatura dei fabbisogni dei territori, una volta terminato il censimento dei lavoratori stranieri impiegati nell’ambito agroalimentare. La raccolta dati si chiuderà il 20 novembre ed è precondizione per l’utilizzo dei 200 milioni previsti nel Pnrr per il superamento dei ghetti.

“Per contrastare il capolarato dobbiamo agire sulla parte strutturale, per individuare le motivazioni per cui accade”, ribadisce il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, che aggiunge: “Se penso alle misure messe in campo e che vogliamo implementare, stiamo andando nella direzione di risolvere il problema strutturale che è alla base dello sfruttamento”.

La Lamorgese “arruola” il leghista Maroni al Viminale