Luigi Di Maio sotto attacco. Chi ne gioverà?

(di Massimiliano D’Elia) E’ sotto gli occhi di tutti che il vice premier e ministro del lavoro Luigi Di Maio sia sotto attacco. L’inchiesta rivela delle presunte irregolarità/escamotage della famiglia d’origine di Di Maio nella gestione dell’attività edile di famiglia. Parliamo di irregolarità che a livello etico e morale fanno sicuramente discutere, ma uscirle “ad orologeria”, nel momento più difficile del Governo, certo non giova al Paese e agli italiani. Non stiamo parlando di mafia, camorra, miliardi di euro spariti nel nulla a favore delle banche ma di irregolarità, ovvero reati da dimostrare la cui pena, semmai ci sarà, potrebbe colpire solo i genitori del ministro. Quindi stiamo parlando del nulla.

L’unico riflesso dell’intera vicenda lo si potrebbe avere all’interno del Movimento Pentastellato. La bandiera del movimento, ma anche del Governo gialloverde è quello di combattere l’illegalità senza se e senza ma (vedasi abbattimento abitazioni Casamonica). Durante la campagna elettorale ed anche oggi Luigi Di Maio rappresenta per gli italiani il cambiamento, il nuovo. Lo stesso Di Maio, accompagnato dal competitor di semrpe Di Battista (sempre pronto ad entrare sulla scena – è la  carta jolly del movimento) hanno inveito per lungo e largo contro il PD (Boschi & Renzi) e contro la Lega di Salvini (questione fondi Bossi & Belsito), mostrando a tutti un’immagine pulita, le umili origini e il desiderio di riscatto di quegli italiani che provengono dal popolo e che riescono ad entrare nei luoghi del potere per aprirli come una scatoletta di tonno.

La vicenda di questi giorni, invece, getta qualche ombra all’immagine di Di Maio e disorienta non poco gli elettori molto ballerini del movimento pentastellato a tutto vantaggio della Lega di Salvini. La  speranza è che l’inchiesta non nasconda ulteriori scabrose sorprese, i cui effetti, dagli esiti indefiniti, potrebbero portare ad una reale crisi di governo, ovvero implosione del M5S (Di Maio ai suoi colleghi ministri: “se casco io cascano tutti). Peccato che nel frattempo Ecofin abbia dato ragione alla Commissione Ue per procedere con  l’infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia. Decisiva l’opera di mediazione del Premier Giuseppe Conte, in questi giorni a Buones Aires per il G20 dove avrà un incontro 1+1 con il presidente della Commmissione Ue Juan Claude Junker.

L’Inchiesta

Così il vice premier e ministro del lavoro Luigi Di Maio: “Per quello che ne so, di quello che è avvenuto questa mattina, c’è stato un sopralluogo da parte dei vigili urbani di Mariglianella, comune di settemila anime in provincia di Napoli, in questa campagna di mio padre dove sono stati posti sotto sequestro alcuni materiali come secchi, bidoni, una carriola, calcinacci, un telo in plexiglass che si usa per coprire i materiali della campagna o del cantiere e si stanno facendo tutti gli accertamenti agli edifici. Sono terreni di mio padre e di sua sorella, mia zia che vive al nord, e tutto quello che dovranno fare lo faranno. Io sono qui e cerco di lavorare per gli italiani.Penso solo che dopo che ci sono stati articoli di stampa che hanno messo in evidenza alcune preoccupazioni, le autorità, ovvero i vigili di Mariglianella, sono intervenute”.

Dopo il caso dei lavoratori a nero, o parzialmente a nero nell’azienda edile del padre, ieri sono arrivati i sigilli dei terreni. A Mariglianella, sono state sequestrate aree dove erano stati depositati rifiuti inerti e poi sono state accertate quattro piccole opere, abusive, di pertinenza di una vecchia masseria come un box con la copertura in lamiera. I risultati degli accertamenti sono stati confermati dal comandante della Polizia municipale al termine del sopralluogo.

“In questi giorni si sta mettendo in croce un Ministro che non ha fatto nessuna irregolarità”, scrive il sottosegretario agli Affari Regionali, Stefano Buffagni. “I figli non devono pagare le colpe dei padri. Io sono con Luigi Di Maio”.

Una tesi che regge dal punto di vista giuridico, ma non morale, secondo la presidente Fdl Giorgia Meloni: “Andate a spiegare a un imprenditore del Nordest che lavora 18 ore al giorno che gli aumenteranno le tasse per pagare il reddito di cittadinanza al padre di Luigi Di Maio”.

Interviene anche l’altro vicepremier Matteo Salvini: «Ho mandato un messaggio a Luigi Di Maio contro il quale è in atto un linciaggio mediatico. Io mi fido di lui.”

Antonio Di Maio, scrive Il Mattino di Napoli, dichiara 88 euro di reddito solo per terreni (dove esistono edifici abusivi) e allora ritoma in ballo quella famosa contestazione di Equitalia su un debito che qualcuno ha quantificato in 172mila euro, ma Antonio DI Maio è nullatenente.

L’inchiesta de il Giornale ha scritto che nel  2000, Antonio Di Maio il padre di Luigi aveva acquistato due terreni nel comune di Mariglianella.  Dalle mappe consegnate nel database dell’Agenzia del Territorio, risulta proprietario solo dei due terreni. Ma l’anomalia spunta visionando gli estratti satellitari: nelle due particelle di terreno (1309 e 811) di proprietà della famiglia Di Maio esistono alcuni manufatti. Troppe anomalie che hanno spinto i vigili ad effettuare i controlli. Verifiche che hanno confermato in toto l’inchiesta del Giornale. La procedura è chiara: il Comune varerà un’ordinanza di demolizione che dovrà essere eseguita in 90 giorni.

Sempre il Giornale tira in ballo anche la mamma del vicepremier Luigi, Paolina Esposito. La titolare dell’azienda edile Ardima in realtà era la mamma, Paolina Esposito. La signora Di Maio nello stesso periodo in cui era al timone della società era pure insegnante a tempo pieno presso il liceo Imbriani di Pomigliano d’Arco. E un dipendente pubblico assunto a tempo pieno, come appunto sicuramente è un insegnante di ruolo, è soggetto al vincolo dell’esclusività e dunque ad una serie di divieti relativi all’esercizio di altre attività lavorative.

A sollevare la questione è Anna Ascani, deputata del Partito Democratico che dalla sua pagina Facebook fa notare che nella ricostruzione della vicenda dell’impresa dei Di Maio qualcosa non torna. “La ditta individuale, prima di diventare una Srl, confluendo in quella dei fratelli Luigi e Rosalba – scrive la Ascani sui social – era intestata alla madre Paolina. La Ascani che segue le tematiche del mondo della scuola evidenzia che la signora Esposito in quegli anni era insegnante di ruolo di Italiano e Latino in una scuola statale come lei stessa scrive nel suo curriculum reperibile online.

Nel frattempo la madre di Di Maio si è spostata e ricopre il ruolo di dirigente scolastica presso l’Istituto comprensivo San Giovanni Bosco in provincia di Napoli. Ma la legge è chiarissima sull’incompatibilità. Il decreto legislativo 297 del ’94 (che recepisce il Dpr 3 del ’57) stabilisce tra l’altro che docenti, direttori didattici e presidi non possono «esercitare attività commerciale, industriale e professionale ne assumere e mantenere impieghi alle dipendenze dei privati.

Luigi Di Maio sotto attacco. Chi ne gioverà?