Morto incursore aeronautica dopo aviolancio

   

Nel tardo pomeriggio di oggi, il Sergente Maggiore Mirko Rossi, 41 anni, in forza al 17° Stormo dell’Aeronautica Militare, ha perso la vita in seguito all’impatto al suolo durante un’attività addestrativa di lancio con paracadute pre-pianificata che si stava svolgendo presso l’Aeroporto Militare di Guidonia (RM).
Il Sottufficiale è deceduto presso il Policlinico Gemelli di Roma, dove era stato trasportato da un elicottero del 118.
Dopo l’incidente il Sergente Maggiore era stato immediatamente soccorso dal personale medico militare presente in base.
L’Aeronautica Militare ha attivato le procedure per accertare le cause dell’incidente.

PRP Channel si stringe al dolore dei famigliari e della Forza Armata.

Approfondimenti

Al momento della sua ricostituzione nel secondo dopoguerra, l’Aeronautica Militare italiana si ritrovò fortemente impegnata a perseguire i propri compiti prioritari, per cercare di dar vita, praticamente dal nulla, ad una rinnovata linea di aerei da caccia, da attacco e, con l’ingresso nella NATO, anche da strike nucleare. In questo contesto il sogno di far rinascere, tra i propri Reparti, anche un’unità di paracadutisti-sabotatori in grado di rinverdire i fasti e gli allori degli ADRA, gli Arditi Distruttori Regia Aeronautica distintisi nelle ultime fasi della guerra in Africa Settentrionale per le audaci incursioni contro obiettivi alleati, dovette restare nel cassetto.

Solo nel 1970 si ebbe un fugace tentativo di costituire un Gruppo di Formazione Reggimento A.M., che doveva incorporare un battaglione di specialisti in missioni di sabotaggio. Nasceva così il “Battaglione Azzurro”, i cui primi volontari iniziarono ben presto un intenso addestramento presso l’aeroporto di Guidonia.
Per vari motivi il progetto venne però rapidamente abbandonato ed il personale brevettato fu assegnato, sempre a Guidonia, alla nuova “Sezione Paracadutisti dell’Aeronautica Militare”, dove diede vita alla pattuglia dei FALCHI BLU, un team dimostrativo di paracadutismo acrobatico che avrebbe ottenuto ben presto numerosi riconoscimenti in ambito nazionale ed internazionale.
Accanto a questi compiti propagandistici la squadra acrobatica manteneva però anche funzioni operative di rilievo, che spaziavano dalla sperimentazione di tecniche e materiali alla partecipazione, in veste di istruttori di aviolancio di salvataggio, ai corsi di sopravvivenza in mare ed in montagna che l’Arma Azzurra iniziava ad organizzare per i propri equipaggi di volo.
Sul finire degli anni ’90 si andava nel frattempo delineando una nuova necessità operativa: quella di creare e rendere operativi dei nuclei di Aerosoccorritori di elevato profilo psico-fisico e maggiori competenze tattiche, in grado di svolgere, accanto ai tradizionali compiti nelle missioni SAR di ricerca e soccorso, anche missioni di Combat SAR per il recupero di equipaggi abbattuti oltre le linee ed in territorio controllato dal nemico (in uno scenario bellico tendenzialmente lineare).
Il 17º Stormo incursori nasce dal già Reparto incursori dell’Aeronautica Militare (RIAM) fino all’8 aprile 2008. L’attuale denominazione del reparto deriva invece dal disciolto “17º stormo intercettori teleguidati” e il proprio motto dal 17º Gruppo caccia.
Il 17º Stormo incursori, inquadrato nella 1ª Brigata aerea “operazioni speciali”, fa parte delle forze speciali italiane (TIER 1), sotto il comando del Comando interforze per le operazioni delle forze speciali (COFS).

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