NAS – a caccia dei “dipendenti infedeli”

In data 27 gennaio 2020, i Carabinieri del N.A.S. di Milano, assistiti da militari dei N.A.S. di Alessandria, Torino e Cremona, nelle province di Milano, Monza Brianza e Varese, hanno eseguito 17 decreti di perquisizione locale e domiciliare emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e disposti dal Procuratore Aggiunto dottoressa PEDIO Laura e dal Sostituto Procuratore dottoressa CRUPI Francesca, nei confronti di altrettanti “dipendenti infedeli” di un grosso distributore farmaceutico ubicato nella provincia di Milano.

Le indagini sono state avviate nel mese di novembre 2019 a seguito della denuncia presentata dai responsabili del deposito che avevano riscontrato grossi ammanchi di presidi farmaceutici come conseguenza di attività predatorie poste in essere da alcuni dipendenti non meglio individuati. Gli ammanchi documentati dalla società erano stati stimati in oltre 3.000 confezioni di varie tipologie di medicinali – tra le quali spiccavano quelle ad effetto anabolizzante e farmaci ad alto costo – ed il danno economico emerso era stato quantificato in oltre 500.000 euro. L’immediata attività investigativa, avviata dal N.A.S. di Milano e coordinata dalla locale A.G., ha consentito di identificare e denunciare in stato di libertà per furto aggravato 17 dipendenti sorpresi, grazie al ricorso di attività di monitoraggio tecnico, ad asportare medicinali destinati alla successiva vendita sul mercato illecito.

Il dispositivo dei Carabinieri per la Tutela della Salute ha permesso agli inquirenti di:

  • evitare ulteriori conseguenze delle attività predatorie. In tale contesto, infatti, nella sola mattinata del 27 gennaio u.s., 6 dipendenti sono stati sorpresi in flagranza di reato mentre erano intenti a rubare vari tipi di farmaci;
  • eseguire 17 decreti di perquisizione personale e locale disposti dalla magistratura milanese al fine di rinvenire e sequestrare le varie specialità medicinali asportate dal predetto deposito farmaceutico nel corso del tempo, le quali, oltre ad essere provento di reato, sono da considerarsi potenzialmente dannose per la salute pubblica qualora non correttamente conservate secondo i criteri stabiliti dal produttore.

L’attività investigativa condotta ha consentito di disarticolare un gruppo le cui protratte attività di furto hanno non solo creato un rilevante danno economico all’azienda di cui erano dipendenti, ma, attese le modalità di successiva collocazione dei prodotti nei mercati clandestini, hanno soprattutto contribuito a sottrarre, dai canali ufficiali, i presidi medici destinati alle esigenze sanitarie dei cittadini.

NAS – a caccia dei “dipendenti infedeli”