Nel cinquantenario della scomparsa gli “insegnamenti di Raffaele Mattioli”

Abi e Istituto Einaudi hanno promosso la pubblicazione di un volume, Editori Laterza, sul banchiere, economista e intellettuale con otto saggi

“Gli insegnamenti di Raffaele Mattioli” è il titolo del nuovo volume che l’Associazione Bancaria Italiana e l’Istituto Luigi Einaudi per gli studi bancari, finanziari e assicurativi hanno realizzato assieme a Editori Laterza e che viene presentato in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Mattioli, avvenuta il 27 luglio 1973. Il volume, curato da Federico Pascucci, Segretario Generale dell’Istituto Luigi Einaudi, è diviso in due sezioni: la prima raccoglie otto interventi di testimoni diretti e di interpreti successivi; la seconda è focalizzata sulla ricostruzione del rapporto intercorso tra Mattioli e la rivista dell’Abi “Bancaria”.

“Dopo i volumi su Luigi Einaudi, Carlo Azeglio Ciampi, Guido Carli, Paolo Baffi, Stefano Siglienti, Tancredi Bianchi e Piero Barucci – si legge nella Prefazione, firmata da Antonio Patuelli, Presidente dell’Abi, e Maurizio Sella, Presidente dell’Istituto Luigi Einaudi –, l’Associazione Bancaria Italiana e l’Istituto Luigi Einaudi per gli studi bancari, finanziari e assicurativi nel cinquantenario dedicano il volume ai plurimi insegnamenti di Mattioli, validi anche per l’oggi e per il domani”.

Consapevoli che le capacità di Mattioli “non erano solo bancarie e finanziarie, ma innanzitutto etiche e culturali, nel più ampio significato”, tali da avergli permesso “di essere banchiere indipendente pur operando in contesti molto complessi e diversi”, Patuelli e Sella anticipano, nella Prefazione, l’eterogeneità dei contributi su Mattioli, “voci diverse e tra loro volutamente non omogenee in quanto portatrici di esperienze, interessi e vocazioni differenti”. Una polifonia di voci differenti ma “tutte accomunate dalla volontà di rendere testimonianza di una specifica sfaccettatura di quel prisma di intelligenza di valori e di passione in cui Mattioli si è identificato e che ne ha fatto un maestro di professione e, più in generale, di vita”.

Il Presidente Sella – ricordando un suo incontro da giovanissimo con Mattioli nei corridoi della sede della Comit – ha commentato: “In quel periodo, inizio anni Settanta, la reputazione della Comit era straordinariamente favorevole. La cultura e la professionalità di Mattioli avevano inciso sul business in maniera da conseguire un forte vantaggio di immagine e di granitica solidità: il lavoro con l’estero era della Comit. L’incontro casuale portò a percepire un uomo garbato, professionale, estremamente gentile, che emanava rispetto e un qualche timore reverenziale nel giovane promesso banchiere, che aveva meno di trent’anni!”.

Il Presidente Patuelli e il Vice Presidente Vicario dell’Abi, Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Banca Intesa Sanpaolo, tracciano nei loro saggi i profili del banchiere umanista nelle emergenze del Novecento e di Mattioli grande interprete del ‘mestiere del banchiere’.

“Ha ben scritto Camillo Venesio – si legge nel saggio di Patuelli – che raccontare Mattioli significa ripercorrere la storia dell’economia e della finanza italiana e in parte internazionale fra gli anni Venti e gli anni Settanta del secolo scorso; significa ripercorrere la storia della Comit, della sua grave crisi e della sua rinascita negli anni Trenta, del suo diventare «un esempio per tutti di credito ordinario» dopo le tragedie della seconda guerra mondiale; significa realizzare come il «banchiere umanista» avesse chiaramente compreso che l’esperienza disastrosa degli anni Trenta derivava dalla confusione fra il credito bancario di carattere commerciale (a breve termine) e quello di carattere finanziario e industriale (a lungo termine) e che erano necessarie grandi riforme (la legge bancaria del 1936) e nuove iniziative che tanto hanno influito sulla storia economica italiana, come la nascita dell’Iri e la creazione di Mediobanca”.

Gros-Pietro rimarca che ricordare Mattioli “significa avere l’opportunità di condividere, in modo particolare a beneficio di chi non ha avuto la possibilità di accostarsi alla sua figura, la memoria di una personalità che continua a offrire chiavi di lettura valide per affrontare alcune sfide dell’oggi, che coinvolgono la banca, ma non solo”.

Tra gli altri sei contributi presenti nel volume figurano la testimonianza resa da Guido Carli alla cerimonia di commemorazione di Mattioli organizzata a Milano il 17 febbraio 1975, intitolata “Mattioli banchiere”, e il testo dell’intervento pronunciato dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Raffaele Mattioli, banchiere umanista, civil servant”. Pierluigi Ciocca, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia dal 1995 al 2006, si focalizza sulle diverse anime di Mattioli, banchiere, economista ed intellettuale. Di Bruno Visentini è pubblicato il testo della commemorazione, intitolata ‘Professionalità e umanesimo di Raffaele Mattioli’, predisposta per il conferimento alla memoria di Mattioli del Premio nazionale “Stefano Siglienti”, bandito dall’Abi e celebrato in apertura dell’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana che si svolse a Roma nel maggio 1976. Gli storici Francesca Pino e Sandro Gerbi focalizzano i propri interventi, rispettivamente, sulla vocazione di Mattioli quale organizzatore di cultura e sull’impegno politico dell’intellettuale.

Nel cinquantenario della scomparsa gli “insegnamenti di Raffaele Mattioli”