No alla sperimentazione su militari e poliziotti del vaccino anti Covid-19

L’azienda italiana Advent Irbm di Pomezia e lo Jenner Institute della Oxford University –  spiega il ministero della Salute sul sito web ufficiale – hanno, infatti, annunciato che inizieranno a fine aprile in Inghilterra i test accelerati del prototipo di vaccino anti Covid-19 su 550 volontari sani. Normalmente i tempi medi per arrivare ad immettere un vaccino sul mercato sono di 2-3 anni, ma, a fronte dell’esigenza di arrivare quanto prima ad una soluzione sicura ed efficace, l’azienda di Pomezia ha deciso di «passare direttamente alla fase di sperimentazione clinica sull’uomo ritenendo – dice l’amministratore delegato dell’azienda Pietro Di Lorenzo (ospitato sempre sul sito del Ministero) – sufficientemente testata la non tossicità e l’efficacia del vaccino sulla base dei risultati di laboratorio ottenuti e definiti particolarmente buoni».  «E’ in fase finale la trattativa – dichiara Di Lorenzo – per un finanziamento con un pool di investitori internazionali e vari governi interessati a velocizzare ulteriormente lo sviluppo e la produzione industriale del vaccino».

L’interrogazione parlamentare di Sara Cunial

L’onorevole Sara Cunial del Movimento 5 Stelle, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta il  9 aprile 2020 direttamente al Ministro della Salute  e della Difesa. L’interrogazione è nata dopo che il 31 marzo 2020 sul «The Journal of Infectiouhs Diseases» è stato pubblicato un articolo scientifico dal titolo «Human challenge studies to accelerate coronavirus vaccine licensure». Dall’abstract si evince che, tramite gli human challenge trials dei vaccini candidati contro il SarsCov-2, al fine di accelerare il processo di controllo e di eventuale distribuzione dei vaccini efficaci, i soggetti volontari rischiano di subire una grave malattia e possibilmente anche il decesso, a seguito dei test. E’ forte la preoccupazione dell’interrogante circa il fatto che il Governo possa ipotizzare di utilizzare le coorti di militari per testare il vaccino contro il Sars-Cov-2. Ma in un passaggio la Cunial dice anche che alla luce di quanto sopra, i militari italiani rappresentano il profilo più idoneo, in quanto sottopopolazione più sana tra la popolazione media giovane presente nel Paese, poiché subiscono un rigido processo di selezione, e sono quella più pronta ad accettare il rischio di morire, considerata l’accettazione dei rischi al momento dell’arruolamento, anche da un punto di vista sanitario e della profilassi vaccinale. Link dell’interrogazione parlamentare: https://www.prpchannel.com/wp-content/uploads/2020/04/4_05185-INTERRROGAZIONE-.pdf

Associazione ConDivisa

Non permetteremo che le Donne e gli Uomini delle Forze dell’Ordine diventino anche cavie da laboratorio“, lo dichiara Lia Staropoli Presidente dell’Associazione nazionale” ConDivisa – Sicurezza e Giustizia “.  Continua Staropoli: “Trovo inaccettabile l’ipotesi di sperimentazione di un prototipo di vaccino anticovid – 19 sui militari, eventualità che ha già suscitato la ferma opposizione del SIM Carabinieri e della Federazione Sindacale di Polizia di Stato FSP. Gli operatori delle Forze dell’Ordine continuano a subire gravi perdite a causa del covid – 19, quotidianamente mandati in prima linea senza adeguati dispositivi di protezione, Donne e uomini che vengono costantemente trattati come carne da macello non permetteremo che diventino anche cavie da laboratorio“.

No alla sperimentazione su militari e poliziotti del vaccino anti Covid-19

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