Palermo: vampe di San Giuseppe.

La Polizia di Stato individua e deferisce  all’autorità giudiziaria  18 giovani

Anche quest’anno, in occasione della ricorrenza di S. Giuseppe, numerosi quartieri popolari palermitani hanno fatto da sfondo alla deriva di una tradizione cittadina, tanto pericolosa quanto vietata dalla legge: l’accensione di vampe attraverso l’accatastamento di legno, arredi e suppellettili, accumulate nelle vie e nelle piazze, anche in prossimità di strutture pubbliche, con grave nocumento per la pubblica e privata incolumità.

È così che, in numerose piazze si è scritto tradizione e folklore ma si è letto teppismo e inciviltà con l’ulteriore danno della produzione di alte e dense colonne di fumi tossici.

La ricorrenza era stata affrontata per tempo nel Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

In tale sede ed al fine di prevenire e contrastare le condotte legate all’accensione di cataste di legna, che tradizionalmente vengono assembrate con anticipo rispetto al 19 marzo, si è ritenuto di intensificare l’attività di controllo, predisponendo accurati dispositivi di sicurezza, attivi già con largo anticipo rispetto ai giorni deputati all’accensione dei falò.

Numerose articolazioni della Polizia di Stato, coadiuvate da personale dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Municipale, dei Vigili del Fuoco e addetti della RAP, suddivise su tutto il territorio cittadino anche con personale in “abiti civili”, hanno svolto una capillare attività di monitoraggio nelle piazze e nei luoghi di aggregazione di tutti i quartieri cittadini al fine di individuare accatastamenti di legno pronti per la successiva accensione di vampe. Particolare attenzione è stata prestata inoltre ai luoghi sensibili quali abitazioni civili, ospedali, parcheggi pubblici o privati ed ogni altro sito ritenuto a rischio.

Il monitoraggio è arrivato anche dall’alto, con la presenza degli elicotteri, rispettivamente del IV Reparto Volo della Polizia di Stato e del Nucleo Elicotteri Carabinieri Palermo – Boccadifalco, in volo sulle aree ritenute più a rischio che hanno assicurato alla sala operativa della Polizia di Stato un flusso di immagini costanti del fenomeno monitorato giunte presso la “Control Room”, allestita per la gestione dell’evento, che ha coordinato l’impiego del personale in servizio in relazione alle emergenti esigenze a tutela dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica.

I quartieri dove maggiormente sono state riscontrate cataste abusive pronte per l’accensione, sono stati: Zen, Brancaccio, Oreto, Zisa – Borgo Nuovo, piazza S.Anna al Capo, Kalsa e Ballarò.

Decine sono stati gli interventi preventivi effettuati dalle Forze di Polizia che hanno interessato numerosi accatastamenti, scongiurando danni ancor più gravi, rispetto agli incidenti comunque registratisi.

Tra gli interventi “preventivi” si segnalano quelli effettuati a Bonagia laddove i poliziotti sono intervenuti per la rimozione di una quantità di legna accatastata in zona non distante da istituto scolastico. L’accumulo si trovava a breve distanza da un appezzamento di terreno incolto e caratterizzato da alta e fitta vegetazione. Gli agenti hanno verificato che, nascosta dalle fronde e protetta da sguardi indiscreti, era stata accatastata molta altra legna, plausibilmente destinata ad alimentare la vampa.

In zona Oreto, una catasta è stata rimossa dalla superficie di un grosso spiazzo, non distante da un’area condominiale.

Legna pronta ad ardere e, poco distante, legna ben nascosta all’interno di viottoli poco frequentati, è stata trovata nei pressi di parcheggi limitrofi all’ospedale “Civico”.

Infine, in zona Montepellegrino, non distante dall’Istituto Alberghiero, è stata smantellata una discarica di legna, anche in questo caso, pronta all’accensione.

Nella vigilia della festività si sono poi registrati alcuni momenti di tensione nei quartieri della Kalsa, Ballarò/Albergheria e in piazza S.Anna al Capo.

In queste zone, le Forze di Polizia hanno incontrato la resistenza più ostica e sono stati costretti a scendere in forza, anche in assetto antisommossa; accorgimenti resi necessari dall’ostilità di chi aveva accatastato legna, era riuscita a dar fuoco e cercava di respingere l’intervento dei poliziotti e dei v.v.f. con il fitto lancio di sassi, bottiglie, suppellettili varie ed in alcuni casi cassonetti e bombe carta.

In relazione a tali ultimi eventi la Questura di Palermo, segnatamente personale della Squadra Mobile, nei giorni successivi al 19 marzo, ha avviato una tempestiva attività di indagine, lavorando senza sosta alla individuazione dei più facinorosi e dei più attivi nella “edificazione” delle cataste, nella loro accensione e nel tentativo di “respingimento” delle Forze dell’Ordine.

I riscontri investigativi emersi sono stati poi incrociati con gli archivi di polizia, con le informazioni acquisite attraverso il controllo del territorio e, soprattutto, con i filmati delle immagini girate dagli elicotteri dall’alto e quelle effettuate da personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica da terra.

Per gli scontri registrati in piazza Sant’Anna al Capo, alla Kalsa e Ballarò/Albergheria, sono stati identificati 25 soggetti, 18 dei quali (di cui 14 minori) sono stati deferiti alle competenti autorità giudiziarie poiché ritenuti responsabili dei reati di danneggiamento aggravato, getto pericoloso di cose, incendio, resistenza, accensione di fuochi pirotecnici, accensione di bombe carta e petardi. Il monitoraggio investigativo ha restituito un quadro allarmante delle condotte degli indagati, i quali sono risultati essere organizzati in modo quasi militare, in previsione di possibili scontri con le Forze dell’Ordine: dalle immagini è stato possibile, infatti, notare una rigida divisione dei ruoli tra chi era destinato a lanciare sassi, bottiglie ed oggetti contundenti, chi aveva il compito di accendere le vampe con bottiglie piene di liquido infiammabile e chi riforniva i facinorosi di bottiglie e sassi, trasportandole in motorino ed approvvigionando le prime linee degli scontri.

A conclusione degli scontri descritti, si registrava il ferimento di 3 poliziotti e 1 carabiniere, il danneggiamento di una volante della Polizia di Stato, una fiat punto ed un’auto-radio dei Carabinieri, un Iveco Daily della Guardia di Finanza, tre mezzi dei Vigili del Fuoco e due mezzi della Polizia Municipale.

Alla fase di identificazione e denuncia seguirà l’avvio di una opportuna procedura risarcitoria finalizzata a ristorare il danneggiamento dei mezzi e le lesioni riportate dagli operatori sul campo.

Seguiranno, ulteriori provvedimenti questorili inibitori in relazione alla pericolosità sociale manifestata.

Giova precisare che la responsabilità penale delle condotte elencate sarà definita solo dopo l’emissione di eventuali sentenze passate in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.

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