PSICOLOGIA: Professor Biggio (Unica)-La deprivazione di sonno danneggia il cervello

Giovanni Biggio, Professore Emerito di Neuropsicofarmacologia presso l’Universita’ di Cagliari (Unica), il 28 ottobre a Roma, al convegno “Narrazione, trauma e salute: dall’individuo alla societa” parlerà di come “La deprivazione di sonno sta mettendo in una condizione di grande stress il cervello di moltissimi bambini e adolescenti” e illustrerà quali sono “Le nuove forme dello stress tra epigenetica e psicopatologia”.

Il professore afferma che, questo “è un fenomeno mondiale”. Da alcuni studi condotti emerge che nel periodo 2007 – 2017 i giovani dagli 8 ai 18 anni sono passati dalle 7 alle 14 ore di connessione, soprattutto di notte diminuendo e interrompendo, quindi, le ore di sonno. Gli adolescenti, di notte, invece di dormire, restano svegli per chattare con gli smartphone o per utilizzare Pc e iPad. Questo aspetto è estremamente negativo. A confermarlo anche i professori delle scuole secondarie, che sostengono che dopo le prime due ore di lezione, gran parte della classe non presta più attenzione.

Il professor Biggio chiarisce che il cervello umano diventa adulto tra i 25 e i 30 anni. E’, quindi, inevitabile che “se le persone dai 12 ai 20 anni non dormono, la neurogenesi si rallenta. La melatonina, che regola il ritmo circadiano e ha un ruolo importante nella plasticità neuronale, viene secreta la notte, mentre il cortisolo, molecola che controlla le funzioni del cervello, si attiva la mattina. Se non si dorme la melatonina non viene secreta, il nostro cortisolo sale e il cervello ne risente”. Molti adolescenti, non dormendo per giorni, sono soggetti ad uno stress enorme. Da lì il rifiuto di andare a scuola, di mangiare, di socializzare arrivando, in casi ancor più gravi, alla psicopatologia.

Il professor Biggio, parlando degli stili di vita che oggi i giovani conducono, aggiunge: “negli adolescenti la corteccia non e’ sviluppata – se non dormono, perché ad esempio sono andati in discoteca e hanno assunto alcol o fumato qualche sostanza stupefacente, poi non sono in grado di dare al cervello quell’input inibitore che invece riesce a dare un adulto che ha un cervello completamente formato. Quest’ultimo se beve non si metterà alla guida, i giovani invece guidano e si suicidano poiché non sanno prendere le giuste decisioni”. La mancanza di sonno fa prendere, quindi, cattive decisioni.

Oggi, la deprivazione di sonno possiamo osservarla anche nei più piccoli che, già dall’età di 2 anni, giocano con strumenti che li tengono svegli. Il professor Boggi sostiene che “ciò rappresenta una fonte di stress per un cervello in via di sviluppo e, può portare all’insorgenza del trauma a livello emotivo, emozionale ed affettivo“.

L’impatto ambientale modifica in positivo o in negativo la funzione dei nostri geni in tempo reale. Il cervello, in funzione dell’ambiente in cui si vive, si modifica sia funzionalmente che morfologicamente. In una persona sottoposta ad uno stress continuo, il volume dell’ippocampo umano – l’area del cervello importante per i processi cognitivi, in particolare per la memoria – si riduce e la corteccia diventa più sottile.

Fortunatamente, conclude Biggio, la connessione alla rete e, l’uso dei vari strumenti telematici, tendono certamente a cambiare il cervello umano ma se utilizzati con moderazione durante il giorno non producono danni.

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