Titolo Volkswagen giù per le enormi perdite riferite ai richiami in USA. In prigione il primo top manager del gruppo

Il famoso “Dieselgate” continua ad incidere significativamente sulle finanze della Volkswagen. Il noto scandalo dei software capaci di ingannare i test sulle emissioni di gas nocivi ha portato la casa automobilistica tedesca ad una spesa “non preventivata” di 2,5 miliardi di euro soltanto nel terzo trimestre del 2017. L’ingente somma è stata sborsata a seguito del richiamo negli Stati Uniti di circa 500.000 veicoli equipaggiati con motori diesel da 2 litri e dovrà essere ovviamente tagliata dagli utili riferiti allo stesso periodo in questione. Il richiamo dei mezzi sta risultando essere molto più lungo e tecnicamente complesso “di quanto previsto”, con conseguente aumento dei costi. In attesa della pubblicazione ufficiale dei dati trimestrali completi prevista tra meno di un mese e più precisamente il 27 ottobre, considerate le citate difficoltà incontrate nel richiamo degli automezzi in questione, possiamo quantificare il danno subito dalla Volkswagen a seguito dello scandalo, in una cifra che al momento è sicuramente superiore ai 25 miliardi di euro. 
Un analista del settore auto commenta a Bloomberg che “la dimensione dell’impatto economico è sorprendentemente grande, considerando il numero di auto coinvolte”. Le azioni della Volkswagen perdono ulteriormente il proprio valore tanto che il titolo ha perso solo oggi alla borsa di Francoforte il 2,75% ed i recenti problemi causati dalle difficoltà incontrate dalla casa automobilistica in questa fase di richiamo, che non si capisce per quale motivo, si sta rivelando molto più problematica del previsto, non consente alla casa di Wolfsburg di tirare una riga e voltare pagina dopo lo scandalo, anche considerando i potenziali strascichi legali che sicuramente emergeranno a seguito delle migliaia di denunce depositate da investitori e clienti in giro per il mondo.
Dal punto di vista industriale, si è già voltata pagina visto che il più grande produttore di auto al mondo ha programmato un investimento di 20 miliardi fino al 2030 per sviluppare una flotta di auto elettriche, a cui aggiunge una cifra ulteriore di 50 miliardi per dotarla di idonee batterie necessarie a supportarla.
È notizia di poche ore fa l’arresto di un manager di alto rango del gruppo VW.
Si tratterebbe del 58enne Wolfgang Hatz, ritenuto uno dei fedelissimi di Martin Winterkorn, il dimissionario Ceo del gruppo oggi in pensione a circa 3.000 euro al giorno.
Hatz era stato a capo della divisione sviluppo motori di Audi fra il 2001 ed il 2007 prima di venire destinato allo stesso ruolo per l’intero gruppo.
Il fermo è stato disposto dalla Procura di Monaco II, quella che si occupa di Audi e che aveva già ordinato l’arresto di Giovanni Zaccheo Pamio, in prigione da circa tre mesi. L’ingegnere italiano sta collaborando con le autorità: secondo quanto riportato dai media tedeschi sarebbero state proprio le sue dichiarazioni ad aggravare la posizione di Hatz.
Malgrado la richiesta di scarcerazione, Pamio resta in carcere su richiesta delle autorità americane, secondo le quali l’ordine di installare il defeat device sarebbe partito proprio da lui.
GB
Foto: la stampa

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