007 e AI: Intelligenza Artificiale, gli inglesi già a lavoro

(di Massimiliano D’Elia) Il mercato di oggi sono i dati, miliardi di miliardi di informazioni che permettono di profilare individui, aziende, nazioni e anche traffici illeciti di cose e perchè no anche di esseri umani. L’oro dei nostri tempi non è il singolo dato ma il complesso dei dati, proprio quelli che noi stessi forniamo durante il giorno mentre utilizziamo uno smartphone, effettuiamo un bonifico bancario oppure compriamo con la carta elettronica un “libro” dal titolo controverso. La collezione e l’analisi di tutti questi dati permette di conoscere anche ciò che magari vorremmo tenere “segreto”. In Inghilterra l’MI5 (tra le agenzie di spionaggio più antiche ed efficienti al mondo) sta implementando da tempo i suoi sistemi software e hardware per competere alla pari con la continua evoluzione degli strumenti cosiddetti “malevoli” utilizzati dagli avversari statuali e non.

Il Quartier Generale delle Comunicazioni inglese – GCHQ – è tra le agenzie di intelligence, nel settore dei “signals”, più avanzato al mondo e ieri ha pubblicato un documento dove rivela che utilizzerà l’intelligenza artificiale durante le sue operazioni.

Per oltre 100 anni il GCHQ ha spiato le comunicazioni globali per conto dello stato britannico, proteggendo i sistemi di comunicazione del governo dallo spionaggio straniero. Nel rapporto appena pubblicato l’agenzia afferma che intende utilizzare l’intelligenza artificiale (AI) per rilevare e analizzare minacce complesse e per difendersi dalle sfide alla sicurezza nazionale dovute agli attacchi dei nemici tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Il rapporto, intitolato “Pioneering a New National Security: The Ethics of AI” (“Pioniere di una nuova sicurezza nazionale: l’etica dell’AI“), include una prefazione del direttore del GCHQ, Jeremy Fleming. Fleming è stato un ufficiale di carriera del Servizio di sicurezza (MI5) fino a quando non è diventato capo di GCHQ nel 2017. Nella sua nota introduttiva sostiene che “tecnologia e dati” sono radicati nella struttura di GCHQ e che l’AI ha “il potenziale per trasformare le operazioni future dell’agenzia”. Il rapporto riconosce che il GCHQ utilizza già da tempo l’AI per funzioni quali la raccolta di informazioni e la traduzione automatica. Ma la capacità dell’AI di distinguere modelli tra miliardi dati in pochi secondi offre un potenziale che non può essere trascurato, afferma Fleming.
Le applicazioni dell’intelligenza artificiale legate alla sicurezza sono infinite, afferma il rapporto. Includono misure contro lo sfruttamento dei minori online, ad esempio rilevando i metodi utilizzati dagli autori di abusi sessuali su minori per nascondere la propria identità su più piattaforme online. Un’altra applicazione potenzialmente rivoluzionaria sarebbe la mappatura delle reti globali di traffico di droga o di esseri umani, analizzando transazioni finanziarie aggiornate e attività di riciclaggio di denaro in tutto il mondo. Secondo il rapporto, anche le attività illecite che si svolgono nel cosiddetto “dark web” potrebbero essere mappate e monitorate dai sistemi di AI.
Il rapporto afferma inoltre che il GCHQ cercherà i modi per promuovere la ricerca e lo sviluppo dell’AI nel Regno Unito. Il suo obiettivo sarà quello di stabilire ponti con l’industria finanziando iniziative di start-up nell’intelligenza artificiale, afferma. Infine, GCHQ cercherà di formulare un codice etico di pratica nell’intelligenza artificiale, che includerà linee guida sulle migliori pratiche e recluterà personale diversificato di ingegneri, informatici e scienziati dei dati. I rapporti futuri affronteranno le tecnologie emergenti come la scienza computazionale e la biologia sintetica, tra molte altre, conclude il rapporto del GCHQ.

007 e AI: Intelligenza Artificiale, gli inglesi già a lavoro

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