Secondo quanto riportato in un documento interno, diffuso dal ministero degli Esteri a tutte le rappresentanze diplomatiche dello Stato ebraico presenti nel mondo, nonostante i proclami ufficiali, Israele ha espresso, dei dubbi sull’impegno della denuclearizzazione annunciato dal leader nordcoreano Kim Jong-Un nel corso del vertice tenutosi lo scorso 12 giugno nel corso dello storico vertice avvenuto a Singapore.
Secondo quanto riportato nel documento Israele sottolinea come il summit abbia sollevato “interrogativi” sull’impegno di Pyongyang rilevando la presenza di gap sostanziali tra le dichiarazioni americane prima del vertice sulla necessità di una “denuclearizzazione completa, irreversibile e verificabile” e la formula adottata nella dichiarazione congiunta che si riferisce solo alla “completa denuclearizzazione nordcoreana”.
Nel rapporto si legge che “Nonostante le dichiarazioni di Trump rispetto a rapide modifiche attese nella politica della Corea del Nord, la strada per un cambiamento sostanziale – se mai arriverà – è ancora lunga e lenta”.
Intanto Trump, intervistato da Fox News, dichiara di aver risolto il problema della Corea del Nord. Nell’intervista il presidente americano ha ricordato che il presidente Barack Obama, prima di entrare in carica, gli disse che “il problema più pericoloso” per gli Stati Uniti era il programma nucleare della Corea del Nord. “Io ho risolto il problema. Quel problema è per lo più risolto”. Trump ha poi aggiunto che Obama “era essenzialmente pronto a entrare in guerra con la Corea del Nord”.