Tria isolato all’Eurogruppo mantiene la linea italiana. Il 13 novembre l’Italia dovrà rispondere ai rilievi della  Commissione

Il ministro dell’economia Giovanni Tria è stato ieri a Bruxelles per una missione impossibile con i membri dell’Eurogruppo.

Tutti i ministri finanziari si sono schierati con la Commissione bocciando il progetto di bilancio. Chiesta la  la revisione, in difetto pronta la  procedura di violazione del patto di stabilità.

Il ministro Giovanni  Tria in serata: “La manovra non cambia, stiamo discutendo con la Commissione”. Poi a seguire  il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno dice, “concordiamo con la valutazione della Commissione e ricordiamo l’importanza di finanze pubbliche equilibrate e il loro coordinamento nel quadro del patto di stabilità come prerequisito per una crescita economica durevole e sostenibile e un funzionamento ottimale dell’unione monetaria. Invitiamo l’Italia e la Commissione a impegnarsi in un dialogo aperto e costruttivo e l’Italia a cooperare strettamente con la Commissione nella preparazione della revisione del piano di bilancio”.

Al ministro italiano non è bastato ricordare che il rapporto debito/Pii si ridurrà di 4 punti in 3 anni. È evidente che l’Eurogruppo vuole muoversi con molta cautela. Il timore dei mercati e lo strappo che l’Italia potrebbe provocare placano la situazione. Di qui l’invito a negoziare.  Per Commissione ed Eurogruppo i saldi di bilancio devono essere modificati. Se ciò non avverrà non ci saranno alternative all’apertura di una procedura per deficit eccessivo per mancato rispetto della regola del debito, dato che il via libera nel 2017 poggiava sull’impegno a proseguire il consolidamento nel 2018 e oltre.

Tria ha spiegato ai ministri che l’Italia non ritiene che la deviazione dei conti pubblici sia così grave come ritiene la Commissione. Per quanto riguarda il modo di gestire tali contrasti, l’Italia li considera legittimi.  Se il fatidico 2,4% di deficit non cambierà, se non ci sarà accordo  non resta che la procedura di violazione della regola del debito. Dunque si dovrà discutere di ciò che questo comporta: modalità, tempi, contenuti delle manovre necessarie all’Italia per rimettersi in regola. In sostanza si offrirà al governo gialloverde un ulteriore motivo per andare contro l’Europa e l’Euro. Questa possibilità i membri della Commissione la conoscono ed è per questo che non hanno alzato i toni e molto probabilmente con qualche piccola rivisitazione  potrebbero  approvare la manovra italiana. Il 13 novembre l’Italia dovrà rispondere ai rilievi mossi da Bruxelles.

Tria isolato all’Eurogruppo mantiene la linea italiana. Il 13 novembre l’Italia dovrà rispondere ai rilievi della Commissione

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