Air Force Renzi, denaro degli italiani gettato al vento. Un “indefinibile” spreco di denaro pubblico

   

L’Air Force Renzi, così ormai è stato denominato il velivolo più discusso in carico alla Presidenza del Consiglio è giunto al capolinea dopo aver volato appena un paio di volte. Il premier Giuseppe Conte al G7 ha utilizzato uno dei vecchi  Airbus della flotta dei velivoli di stato che sono ospitati presso il 31° Stormo dell’aeronautica militare di Ciampino (RM). Questa sua scelta probabilmente ha acceso i riflettori su un altro Airbus, quello mastodontico quadrimotori “gettato” presso un hangar in una zona remota dell’Aeroporto di Fiumicino. Nessuno ha voluto utilizzare questo velivolo poiché considerato un’esagerazione sia per la grandezza  fisica sia per l’enorme esborso di denaro pubblico per tenerlo in vita operativa.

E’ stato noleggiato per 8 anni a 96 rate per un totale di 167 milioni di euro. 75 sono stati già versati (50 di rate più 25 per un’una tantum al momento della firma). L’apparecchio è fuori produzione dal 2011, e al  momento dell’acquisto valeva 27 milioni di euro. In più, al di là del costo totale, erano previsti i lavori di adattamento, visto che la configurazione interna è quella di un aereo di linea, per un massimale di 20 milioni di euro”.

I conti sono presto fatti. Basta sottrarre i 75 milioni già pagati ai 187 (167 + 20), ed ecco maturare un risparmio a 112 milioni di euro. Anche se a Palazzo Chigi non escludono di dover versare la penale per la rescissione anticipata del contratto (42 milioni di euro) per l’Airbus a340-500, mentre Toninelli è sicuro: “Non dovremmo farlo, l’articolo 24 del contratto di fornitura parla chiaro”.

Con una lettera, Luigi Di Maio ed Elisabetta Trenta hanno chiesto ai commissari Alitalia di risolvere quel contratto che prevede quattro salatissime voci di spesa: in primis il citato il leasing, poi la manutenzione (31 milioni), l’handling (12 milioni) e l’addestramento piloti (quasi 4 milioni) “.

Sono soldi, spiega Toninelli, “che nemmeno vanno ad Alitalia, al nostro vettore nazionale, ma nella quasi totalità a beneficio di Etihad, la proprietaria dell’Airbus 340-500. Stiamo parlando di un quadrimotore turbofan uscito dal mercato nel 2011 e quindi superato, obsoleto”. Un velivolo “talmente grosso da dover atterrare solo a Fiumicino, non a Ciampino, che è l’aeroporto in cui fanno scalo normalmente i voli di Stato” aggiunge il ministro dei Trasporti.  Un “regalo solo per Etihad che non ha certo brillato come socio di Alitalia e che per giunta si riprenderà il velivolo alla data di scadenza del salasso” ha concluso Toninelli su Facebook.

Ma immediata e durissima, arriva a stretto giro la risposta di Matteo Renzi su Twitter: “Quando tornano su bufale come “l’aereo di Renzi” significa che sono disperati: quell’aereo non era per me ma per le missioni internazionali delle imprese. Io non ci ho mai messo piede. Di Maio ha scritto un decreto che licenzierà 80mila persone: parli di quello, non delle bufale”.

Etihad ha consegnato l’Airbus 340-500 nel gennaio del 2016, dopo ripetuti interventi di conversione e riqualificazione del mezzo che ha effettuato il primo volo il 31 marzo 2006. La giustificazione dell’operazione è spiegata nel documento con la necessità di ottemperare alla normativa “Etops”, le limitazioni a cui sono sottoposti gli aerei commerciali quando sorvolano gli oceani.

Il quadrimotore turbofan, ritirato dal mercato nel 2011, subito ribattezzato Air Force Renzi, è talmente grosso che deve atterrare a Fiumicino e non a Ciampino, dove opera il 31° stormo dell’Aeronautica militare e dove sono parcheggiati gli aerei di Stato.

L’Airbus 340-500 con le insegne della Repubblica italiana, dopo un anno e mezzo di rullaggi tecnici e addestramenti del personale, ha esordito in una trasferta negli Stati Uniti e in Canada dell’aprile 2017 con Paolo Gentiloni presidente del Consiglio. In sostanza: per un quinto del tempo del noleggio, l’Italia ha pagato Etihad senza usare l’Air Force Renzi. Un altro volo è stato fatto per una missione del sottosegretario Ivan Scalfarotto a Cuba. L’ex premier ha sempre negato spese folli per l’Airbus, confidando sulla riservatezza nella triangolazione Difesa-Etihad-Alitalia. Ma già nel 2016, invece, una “nota aggiuntiva” del ministero di Roberta Pinotti segnalava un aumento del 622 per cento sul 2015 delle “funzioni esterne” per i voli di Stato.

Resta l’ennesimo mistero del documento denominato CCXLV che riguarda la “relazione sullo stato di attuazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento di mezzi, impianti e sistemi”. È stato consegnato al Parlamento senza, guarda caso, la parte in cui risultano le spese effettive per l’Air Force Renzi.

Per una strana “svista” questo pezzo è finito in un altro documento che non c’entra niente e che riferisce dell’ammodernamento delle infrastrutture. Il documento monco appare sui portali di Camera e Senato.

A questo punto penale o non penale è davvero il caso di “tornare indietro” e rescindere il contratto.

 

Category: ITALIA