Al via l’emendamento che proroga le autocertificazioni

Dopo le incertezze degli ultimi giorni, è stato approvato nella notte l’emendamento al Milleproroghe che consente lo slittamento dei termini per l’autocertificazione delle famiglie in materia di vaccinazioni per l’accesso a scuola.

Il provvedimento, che riprende quanto originariamente previsto per l’anno scolastico 2017/2018 il quale , permetteva la presentazione di una autocertificazione in attesa dell’avvio dell’anagrafe vaccinale nazionale, consentirà ai bimbi nella fascia di età compresa fra 0 e 6 anni di frequentare la scuola dell’infanzia e gli asili-nido dietro presentazione, da parte dei genitori, di una dichiarazione sostitutiva della certificazione vaccinale.

La dichiarazione sostitutiva può essere presentata in ogni momento e, una volta presentata, consentirà al minore di frequentare la scuola e il nido. La dichiarazione sostitutiva potrà avere come oggetto anche la prenotazione della vaccinazione atteso che valgono, anche per l’anno scolastico-calendario annuale 2018/2019, le indicazioni fornite, in relazione alla dichiarazione sostitutiva, dalle Circolari Salute-Istruzione emanate nel 2017. Il provvedimento fissa per il 10 marzo 2019 la data ultima entro il quale dovrà essere presentata la documentazione comprovante l’assolvimento degli obblighi vaccinali. Resta fermo che le dichiarazioni sostitutive saranno soggette, come per legge, alla verifica in ordine alla loro veridicità, operazione questa già condotta dai Carabinieri del Nas con controlli serrati nelle scuole.

Cuore della questione quindi rimane la realizzazione dell’anagrafe vaccinale uno strumento che faciliterebbe il compito delle amministrazioni scolastiche, che potrebbero trovare immediato riscontro alle dichiarazioni dei genitori sullo stato delle vaccinazioni dei loro figli. Un modo, insomma, per velocizzare le iscrizioni agli istituti scolastici di centinaia di migliaia di bambini e bambine. Uno strumento, però, che trova difficoltà a essere realizzato e reso pienamente funzionante.

Nonostante, infatti, i vari obblighi di legge, alcune amministrazioni regionali non sono ancora riuscite a realizzare le loro anagrafi vaccinali, allungando così i tempi per la creazione dell’anagrafe nazionale.

Approfondimento

Anagrafe vaccinale nazionale

Come suggerisce il nome stesso, l’anagrafe vaccinale è (o dovrebbe essere) un registro creato e curato dalle amministrazioni sanitarie delle varie Regioni italiane, nel quale vengono trascritti tutti i vaccini cui si è sottoposti nel corso della vita. Come spiegato anche in un comunicato del Ministero della Salute del luglio 2018, l’anagrafe sarà fondamentale per avviare la vaccino-vigilanza e indispensabile, come detto, per facilitare la vita dei genitori, non più costretti a produrre certificazioni che attestino lo stato vaccinale dei loro figli.

Anagrafe vaccinale digitale, a cosa serve

Parallelamente, le amministrazioni sanitarie regionali devono portare avanti lo sviluppo e l’integrazione dell’anagrafe vaccinale digitale, un database accessibile e consultabile via Internet sia dai diretti interessati (i genitori, nella fattispecie) sia dalle amministrazioni sanitarie e scolastiche delle varie regioni italiane. Grazie all’anagrafe vaccinale digitale, in caso di trasferimento in altra regione non dovremmo farci rilasciare alcuna certificazione per il rispetto dell’obbligo vaccini: la scuola o la ASL del nuovo comune di residenza dovranno solo accedere alla scheda dei bambini, scaricarla e verificare che siano in regola con tutte le vaccinazioni previste.

Anagrafe vaccinale digitale, a che punto siamo

Prevista da una legge del 2017, l’anagrafe vaccinale nazionale ha incontrato più di qualche difficoltà e, a oltre 400 giorni dalla sua promulgazione, alcune regioni non hanno ancora avviato l’iter per la sua istituzione. Secondo l’ultima analisi risalente al 2016, sono 18 le regioni italiane che hanno implementato un’anagrafe vaccinale digitale nelle ASL di tutte le province. Di queste, le ASL di 11 regioni utilizzano lo stesso software: ciò vuol dire che le comunicazioni e lo scambio di dati tra ASL di regioni differenti sono semplificati e automatizzati, non richiedendo alcuna conversione o trasformazione. Insomma, nonostante i ritardi accumulati nel corso degli anni e il mancato rispetto delle scadenze previste dalla legge, la creazione di un’anagrafe vaccinale digitale nazionale è ormai quasi completata.

Al via l’emendamento che proroga le autocertificazioni