Allo studio un green pass a due velocità. Uno per lavorare, un’altro per lo svago

Green Pass a due velocità, una formula allo studio del governo per non avere sorprese a Natale con lockdown a macchia di leopardo. Il certificato verde potrebbe essere legato solo ai vaccini o al superamento dell’infezione, non consentendo l’accesso a ristoranti, cinema e stadio ai cittadini in possesso di certificato a seguito di test antigenico. 

Nei posti di lavoro potrebbe restare la formula attuale con l’opzione del tampone negativo. 

Il  nostro Paese a gennaio, però, avrà  un’arma in più a disposizione,  si useranno le due nuove pillole anti Covid (Merck e Pfizer) per ridurre ricoveri e decessi. Occorre, comunque,  continuare a potenziare il piano vaccinale per le terze dosi, favorendo, nel contempo, l’ uso più diffuso dei monoclonali. 

Se vogliamo evitare nuove chiusure che i cittadini non accetterebbero più e l’economia non sopporterebbe, dobbiamo rafforzare la campagna vaccinale, a partire dalle terze dosi”, così professor Gianni Rezza, direttore Prevenzione del Ministero della Salute. 

In molti guardano al modello Israele: Al primo sentore dell’aumento della curva dei contagi si è proceduto con speditezza alla campagna vaccinale per la terza dose.

Il governo italiano sta seguendo la stessa esperienza, aprendo dal primo dicembre prossimo alle  terze dosi alla fascia di età 40-59 anni (attiva l’allerta via sms da parte delle Asl territoriali). Ma bisogna convincere ancora i cittadini che non hanno fatto alcuna dose, parliamo di milioni di italiani e quindi al via anche l’implementazione di nuove campagne informative.

Allo studio un green pass a due velocità. Uno per lavorare, un’altro per lo svago

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