Consiglio Ue: guerra, transizione ecologica e motori termici. Per i migranti se ne parla a giugno prossimo

Due giorni di Consiglio europeo tutti concentrati sul dossier Ucraina. In particolare sulla questione della velocità sulla consegna delle armi e munizioni a Kiev. Non verrà toccato il problema dei migranti, tranne qualche accenno dove si pone la problematica al centro dei prossimi dibattiti, chiedendo alla Commissione di trattare in maniera celere la questione. Centrale, invece, la transizione energetica ecosostenibile e la questione dei motori termici. Nella tarda serata di ieri Meloni e Macron hanno avuto un incontro bilaterale.

Guerra

I capi di Stato e di governo dell’Unione europea hanno ribadito il loro sostegno all’Ucraina, avendo già approvando due miliardi di aiuti a favore di Kiev, mediante acquisti congiunti. Per la prima volta è compreso un piano di acquisto comune di armi per rifornire un milione di munizioni ai combattenti ucraini. Nella parte delle conclusioni sulla guerra in Ucraina, si legge la rinnovata richiesta alla Russia di mettere fine all’aggressione e ritirare le sue truppe, ma anche di concedere il ritorno a casa degli ucraini deportati.

Transizione ecologica

Sul tavolo c’era anche la nuova strategia industriale per la transizione ecologica, a seguito del Net Zero Industry Act della Commissione Ue.

Sul tema gli Stati membri non sembrano completamente allineati. La Francia vorrebbe includere l’energia nucleare nei settori toccati da incentivi e facilitazioni, mentre altri governi si oppongono. Particolarmente contrario si è detto Xavier Bettel, primo ministro del Lussemburgo: L’energia nucleare non è rapida da sviluppare, non è economica e non è nemmeno rispettosa del clima. Punto. Lo dico da anni. Ognuno ha il mix energetico che preferisce, ma replicarlo a livello europeo sarebbe un errore”.

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Motori termici

Un altro argomento non inserito nell’ordine del giorno riguarda il divieto di vendita a partire dal 2035 delle auto con motore a combustione. La Germania chiede, al riguardo, un’esenzione per i carburanti sintetici, l’Italia per i biocarburanti.

Fermi restando gli obiettivi della transizione, che condividiamo, non riteniamo che l’Unione debba occuparsi anche di stabilire quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quegli obiettivi“, ha detto al suo arrivo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Non riteniamo che l’Ue debba stabilire con quali tecnologie raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica”

Anche perché ci sono delle tecnologie sulle quali l’Italia, e dunque l’Europa, sono potenzialmente all’avanguardia e decidere di legarsi a tecnologie che invece sono di fatto detenute da nazioni esterne all’Unione, secondo me è una scelta che non favorisce la competitività del nostro sistema. Mi pare una tesi di buon senso: e quindi confidiamo che possa passare anche per quello che riguarda i biocarburanti“.

Migranti

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato ai leader le misure intraprese o da intraprendere per governare il fenomeno. La verifica dell’efficacia di queste misure sarà valutata nel prossimo Consiglio europeo a fine giugno.

Il nostro presidente del Consiglio, Giorgia Meloni sui migranti ha detto: “mi aspetto passi in avanti. Posso dire che sono soddisfatta della bozza di conclusioni, che chiede alla Commissione di precedere spedita. Direi che possiamo confermare il fatto che il tema dell’emigrazione è un tema considerato oggi centrale, una cosa impensabile fino a qualche mese fa, e che viene seguito passo passo dal Consiglio. Questa è una ottima notizia”.

Il governo italiano sta cercando di ottenere la sponda della Commissione per un intervento deciso in Tunisia, soprattutto per cercare di sbloccare il maxi-prestito da 1,9 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale, e la commissaria Ylva Johansson ha confermato che andrà a Tunisi con Matteo Piantedosi. Ma non è ancora chiaro se ci sarà anche il suo collega francese, scrive la Stampa. 

In serata, a margine dei lavori, l’aria si è surriscaldata al tavolo del Consiglio europeo. Per Giorgia Meloni c’è il rischio che un crollo dellaTunisia possa portare a una “catastrofe umanitaria con oltre 900 mila rifugiati”. Poi ha preso la parola l’olandese Mark Rutte, che si è detto d’accordo con Meloni sulla necessità di proteggere le frontiere esterne e di lottare contro i trafficanti, ma è tornato a insistere sul rispetto delle regole di Dublino. “Dobbiamo evitare una frattura tra i Paesi di primo ingresso e quelli che li ricevono” ha avvertito il premier spagnolo Pedro Sanchez, mentre il presidente bulgaro Rumen Radev ha ribadito la richiesta di fondi Ue per finanziare la costruzione della barriera al confine con la Turchia, ma anche per acquistare sistemi di sorveglianza. Il polacco Mateusz Morawiecki, in grande sintonia con Meloni, ha sottolineato che i Paesi più esposti dovrebbero avere più fondi, mentre per Viktor Orban il mantra è “No migranti, no gender e no guerra”. 

Patto di Stabilità

Sul Patto di Stabilità Meloni ha così argomentato: “ci sono visioni sempre abbastanza differenti ma io penso che l’Ue debba imparare dai suoi errori, dal passato. Oggi a tutti sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica, digitale, per le catene di approvvigionamento strategiche. Non si può pensare che gli investimenti necessari a rendere competitivo il nostro sistema non siano tenuti in considerazione nella governance. Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti, serve una governance più attenta alla crescita”.

Onu e Ue e il tribunale sul “crimine di aggressione”

All’importante consesso dell’Unione è stato ospitato anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che ha così commentato:”Questa visita mostra l’eccellente cooperazione tra l’Onu e l’Ue: ci troviamo in un momento cruciale, in molti paesi c’è una tempesta perfetta e stiamo tornando indietro perché vediamo più povertà, più fame meno istruzione e il nostro sistema internazionale finanziario non è adatto a sostenere la sfida”. “Contiamo sull’Ue per guidare l’avanzamento dell’agenda 2030”.

Il premier estone Kaja Kallas ha riferito al suo arrivo che “oggi con il segretario dell’Onu si parlerà del tribunale sul crimine di aggressione. Il mandato di arresto della Corte Penale Internazionale, sostiene Kallas, è un buon segno, mostra che nessun leader è immune ai crimini, ma la Cpi si occupa dei crimini di guerra e contro l’umanità, non dei crimini di aggressione e su questo abbiamo bisogno dell’Onu”.


Consiglio Ue: guerra, transizione ecologica e motori termici. Per i migranti se ne parla a giugno prossimo