Covid-19: “La crisi attuale vista come opportunità di sviluppo futuro, ma non per tutti”

(di dott. Riccardo Pastore) La crisi generata dal COVID-19 sembra avere una forza unica, superiore anche a quella del 2008. La ragione di questa unicità sta nel fatto che Il blocco pressochè generale delle attività logora le risorse di imprese e famiglie “dall’interno” e diminuisce i flussi alle banche. In dettaglio, succede che le imprese bruciano la liquidita’ per coprire le spese correnti fisse e mettono a rischio la capacita’ di ripartire. Le famiglie vivendo chiuse in casa, abbassano la domanda di beni, spendono il minimo necessario con il fondato timore che il mese prossimo non arrivi lo stipendio. Le banche che stanno gia’ sperimentando il mancato rimborso dei prestiti, aggiornano al ribasso le previsioni economiche per il futuro (famigerati outlook) e si preparano sia a una contrazione dei prestiti che all’incremento dei crediti in sofferenza.

Lo shock economico agisce contemporaneamente da piu’ fronti. Il circolo vizioso che vedremo sara’ piu o meno quello raffigurato nella seguente immagine.

Calo della domanda delle famiglie, perdita posti di lavoro, ovviamente questo vale per tutti. Blocco dei prestiti alle imprese e famiglie. Mancanza di risorse. Calo della produzione. Calo del fatturato. Rischio rimborso prestiti. Fallimenti. In realta’ pero’ come tutte le situazioni di crisi ci saranno anche tanti spunti positivi che ogni imprenditore dovrebbe cercare di cogliere al meglio. La crisi infatti fara’ come al solito un po’ di “pulizia”, “selezione”. Tutti gli improvvisati o coloro che non hanno avuto una strategia e una struttura finanziaria solida, faranno molta difficolta’ a ripartire. Si libereranno quote di mercato a favore di imprese piu’ virtuose. Il crunch dei prestiti favorira’ l’azione dei fondi d’investimento che avranno una scelta di aziende target da acquisire o finanziare molto piu’ ampia. Il mercato sara’ piu’ che mai aperto a nuove fusioni e a strategie di “build-up” che permetteranno il consolidamento di gruppi industriali operanti in settori frammentati. Inoltre, ogni crisi porta sempre profondi cambiamenti nella domanda, nascono nuove nicchie di mercato e nuove oppotunita’ di business.

Basti pensare all’esplosione in questi giorni di tutte le app che favoriscono il contact less.

Le circolo virtuoso alimentato proprio dai accadimenti di questi giorni sara’ a grandi linee quello raffigurato nella seguente grafica.

 

Nuove necessità. Possibilità di acquisizioni. Nascita di nuove nicchie di mercato. Investitori e aziende verso i Fondi di investimento. Maggiore disponibilità di personale qualificato. Maggiore quote di mercato libere. La vita dell’impresa subirà un’accelerazione verso lo sviluppo del proprio ciclo.

Le aziende che rimarrano incastrate nel circlo vizioso della crisi subiranno perdite e si avvieranno inesorabilmente nella fase del declino.

E’ da segnalare che ci sono imprese che erano gia’ nella fase di declino prima del scoppio della pandemia, e non erano poche. Queste societa’ putroppo rischiano di non riaprire affatto dopo la fine dell’emergenza. Inoltre, nonostante che, con molta probabilita’, saranno oggetto di aiuti da parte delle Autorità, utilizzeranno quelle risorse per coprire perdite pregresse senza mai ripartire.

Infatti questi “aiuti” non basteranno di certo per ripartire e non ci saranno fondi, banche o investitori che vorranno sostere aziende con perdite pregresse. Per le societa’ in fase di sviluppo o espansione virtuose che hanno marginalita’ interessanti e un un pubblico di riferimento solido seppur ridimensionato dalla crisi, avranno piu’ possibilita’ di sopravvivere.

Ovviamente questo accadra’ solo se riusciranno a superare questa fase di incertezza utilizzando tutte le armi a disposizione come fondi statali o attraverso partnership e collaborazioni con fondi d’investimento.
Queste aziende accelereranno nella crescita e ad incrementeranno il proprio giro d’affari. Per loro la crisi si rivelera’ una grossa opportunita’ di business.

 

Covid-19: “La crisi attuale vista come opportunità di sviluppo futuro, ma non per tutti”