Draghi sul catasto tira dritto: “seguiamo  calendario di Bruxelles (Pnrr)e non quello elettorale”

Il governo va avanti: l’azione del governo non puo’ seguire il calendario elettorale”. Così Mario Draghi bolla i toni di Matteo Salvini che ha scelto di non far votare in Consiglio dei ministri la delega fiscale. Il leader della Lega, dinanzi ai cronisti della stampa legge il testo, nella parte che riguarda il catasto, e ne invoca la cancellazione in Parlamento. “Questa e’ una patrimoniale nascosta”, attacca aprendo anche il fronte delle cartelle esattoriali”.

“Questo Governo non tassa e non tocca le case degli italiani – mette in chiaro Draghi – Ho detto sin dall’inizio, dal primo discorso di insediamento, che non avrei aumentato le tasse. Sono passati 7 mesi non abbiamo aumentato le tasse, ci sono state molte richieste di farlo, abbiamo detto a tutti di no. Un po’ di credibilità l’abbiamo acquisita. Questo Governo non aumenta le tasse”.

Sul catasto è un’operazione di trasparenze precisa Draghi: “Perché nasconderci dietro l’opacità?”. Nessun passo indietro, quindi, ma una volontà di intervento per “riequilibrare” il carico fiscale, perché “è evidente come ci siano tante persone che pagano troppo e tante che pagano meno di quanto dovuto”.

Il premier ha fatto capire che non esiste alcuna crisi di governo e che presto vi sarà un incontro con il leader della Lega, Matteo Salvini.

Gli impegni e l’agenda dettata da Bruxelles vanno garantiti anticipa Draghi: il Governo “va avanti” e l’unico “calendario” che ne scandisce l’azione è quello “negoziato con la Commissione Ue per il Pnrr” non certo quello “elettorale”. “Noi dobbiamo seguire il calendario delle riforme negoziato con la Commissione per il Pnrr e anche le raccomandazioni“, tra cui quella di riformare il catasto, rivolte dall’Ue all’Italia.

Nel merito della delega fiscale, il premier ribadisce che si decidera’ poi, nel 2026, se “far pagare o meno“, ma intanto la riforma da lui avviata serve a fare chiarezza in un sistema “opaco”. Alla fine, secondo alcuni esperti, “la maggior parte finirebbe per pagare meno“, aggiunge.

Ma Salvini insiste che si cancelli dalla delega ogni accenno alla revisione, anche futura, degli estimi e prova a spostare la questione in Parlamento, ‘salvando’ l’operazione di emersione degli immobili non censiti e chiedendo la cancellazione del “comma 2 dell’articolo 7, lettere a e b”. Di questo ne parlera’ a Draghi direttamente, durante il prossimo faccia a faccia.

Sulle altre forze di maggioranza Salvini lancia una stoccata: “Se vogliono, escano Letta e Conte perche’ il Parlamento ha dato la fiducia a Draghi per abbassare le tasse non per aumentarle”.

La riforma del Catasto secondo il progetto del Governo

Il governo punta all’aggiornamento dei dati contenuti nell’immenso archivio informatico del Catasto. E l’obiettivo e’ duplice: inserire – come gia’ avviene quando si fa una compravendita – i valore di mercato di un immobile accanto a quello degli estimi catastali, senza effetti sulla tassazione; dall’altro un aggiornamento delle mappe catastali con l’intento dichiarato di scoprire immobili e terreni non censiti o abusivi, che magari hanno cambiato destinazione d’uso.

Partira’ pertanto la caccia agli immobili fantasma a 9 anni dagli ultimi dati resi noti: quanto tra il 2010 e il 2012 si scoprirono 1,2 milioni di case non accatastate recuperando 537 milioni di euro. Una ‘battaglia’ che usera’ armi nuove – dall’informatica ai droni – incentivando i comuni a questa operazione di ‘rinnovo’. Sara’ di fatto una modernizzazione della mappatura degli immobili che porra’ anche le basi di una riforma del catasto, che nella delega presentata dal governo non viene troppo specificata.

E’ noto che le Finanze avevano studiato il superamento dei vani catastali in favore dei metri quadri. Ma di questo nel testo non c’e’ nulla. Nemmeno della possibile novita’ di riforma del ‘classamento’ – le cosiddette categorie A1, A2, A3 ecc. – di cui pure si era parlato.

Non c’e’ neanche l’indicazione di un riequilibrio degli estimi tra centro e periferia delle citta’. Del resto Mario Draghi l’ha spiegato con chiarezza al momento del varo: nessun cambiamento per le tasse e ogni decreto delegato nascera’ dal confronto con il Parlamento. Quindi con le forze politiche.

I tempi poi sono lunghi. L’integrazione dei dati degli estimi con quelli di mercato partira’ solo dal 2026. Ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco ripetendo in parlamento la data indicata nella delega.

“Per ora e’ un esercizio per capire lo stato del nostro sistema immobiliare”, ha aggiunto. Ma certo l’arricchimento del catasto con i dati di mercato sara’ la base di una riforma. I valori di mercato – viene anche stabilito – dovranno essere costantemente aggiornati. Saranno invece calmierati per immobili storici, che i quali si dovra’ tener conto – nei prezzi di mercato – che in alcuni casi la loro gestione e’ molto onerosa. La vera novita’ e’ pero’ la necessita’ di aggiornare l’archivio con gli immobili e i terreni non dichiarati.

L’Agenzia delle Entrate, che ha assorbito la vecchia agenzia del Territorio, insieme con i comuni andranno a caccia degli immobili ‘fantasma’ ma anche di quelli che non rispettano la reale consistenza, la destinazione d’uso o la categoria catastale attribuita, in pratica chi ha una casa di lusso e la dichiara come se fosse una catapecchia.

Draghi sul catasto tira dritto: “seguiamo calendario di Bruxelles (Pnrr)e non quello elettorale”

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