Giorgetti: spese per transizione ecologica e Difesa fuori dal Patto di Stabilità

Il ministro Giorgetti ha così presentato la proprosta italiana all’Ecofin, ribadita al Forum internazionale del turismo: “Quando si dice non bisogna fare deficit, non bisogna fare debito. No, non bisogna far debito. Se quelli di prima hanno sbagliato, non dobbiamo sbagliare noi. Il problema non è tanto flessibilità o regole rigide, ma inserire il realismo in quella che è una sacrosanta disciplina di bilancio. Quello che ribadisco, in sede europea è la posizione italiana: noi accettiamo il principio di regole, l’ho detto anche ai colleghi tedeschi, di benchmark numerici su debito e deficit, però questo tema degli investimenti, e che siano coerenti con gli obiettivi politici strategici, altrimenti manca una coerenza logica”.

di Andrea Pinto

Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia italiano, ha affrontato recentemente diverse questioni economiche in un discorso al Forum Internazionale del Turismo dopo aver partecipato la vertice dell’Ecofin. Ha sottolineato l’importanza di gestire il bilancio nazionale con attenzione ma ha anche evidenziato le sfide legate alle norme europee, in particolare al Patto di Stabilità. Giorgetti ha ribadito la necessità di introdurre realismo nella disciplina di bilancio, sottolineando che non si tratta solo di flessibilità o regole rigide, ma di trovare un equilibrio che consideri investimenti coerenti con gli obiettivi politici strategici.

Il ministro ha evidenziato la posizione italiana in sede europea, accettando il principio di regole e benchmark numerici su debito e deficit ma insistendo sul fatto che gli investimenti legati alla transizione green e alle spese per la difesa debbano essere considerati in modo coerente alla realtà, ovvero fuori dal Patto di Stabilità. Ha sottolineato che se l’Europa vuole essere pioniera nella transizione green, deve anche finanziarla, e la posizione italiana è di garantire che tali investimenti siano trattati in modo preferenziale nella spesa.

Giorgetti ha anche affrontato le asimmetrie economiche tra i Paesi europei e le divergenze di opinione sulla gestione economica, sottolineando che una politica europea troppo limitata nei rispettivi confini nazionali può rallentare l’intera economia comunitaria. Infine, ha commentato i buoni giudizi delle agenzie di rating, sottolineando che la vera valutazione positiva arriva dai risparmiatori italiani che hanno sottoscritto in massa i Btp, indicando un sostegno concreto alle scelte economiche del governo.

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