I Marines e il drone MQ-9 Reaper

di Redazione

Il Corpo dei Marines ha addestrato finora cento piloti del super drone MQ-9 (Reaper), per cercare di completare il prima possibile i nuovi gruppi di volo del velivolo senza pilota. Il programma MQ-9 per il Corpo dei Marines risale al 2018, i finanziamenti sono stati ottenuti nel 2020, anno in cui è stato costruito il Reaper numero 7318.

Nel 2022, i Marines avevano addestrato solo 38 dei 68 piloti necessari. Il Reaper è stato introdotto per la prima volta nell’U.S. Air Force nel 2007 ed è stato ampiamente utilizzato durante le guerre in Iraq e Afghanistan, così come in altre operazioni in tutto il mondo. Nel 2021, la U.S. Air Force ha operato con oltre 300 Reaper, secondo quanto riportato da Defense News.

Il Reaper rappresenta il primo drone del Corpo, classificato come gruppo cinque. Il Corpo ha sempre operato a lungo con droni di gruppo tre, come ad esempio l’RQ-21A Blackjack. Un drone di gruppo tre pesa tra le 55 e le 1.320 libbre, operando tipicamente al di sotto di 18.000 piedi. I droni di gruppo cinque pesano più di 1.320 libbre e operano a quote superiori a 18.000 piedi.

Attualmente, tre unità operano con il Reaper: la VMU-1 a Yuma, Arizona; la UX-24 presso la Naval Air Station Patuxent River, Maryland; e la VMU-3 presso la Marine Corps Air Station Kaneohe Bay, Hawaii. La VMU-1 è stata il primo squadrone operativo ad utilizzare il Reaper, svolgendo attività di supporto all’intelligence, sorveglianza e ricognizione nel Central Command degli Stati Uniti a partire dal 2018. La UX-24 è un’unità di test dell’aviazione. E la VMU-3 ha raggiunto la capacità operativa iniziale ad agosto, secondo quanto riportato precedentemente dal Marine Corps Times. La VMU-3 “Phantoms” fornisce ricognizione aerea per il 3° Reggimento dei Marines.

Il portavoce dei Marines, Maggiore Jordan Fox, ha dichiarato a marzo scorso che il gruppo volo supporta “una vasta gamma di operazioni, come la sorveglianza costiera e di frontiera, il tracciamento delle armi, l’applicazione dell’embargo, l’assistenza umanitaria, il supporto delle operazioni di peacekeeping e anti-narcotici”. I Marines hanno in programma di istituire il Fleet Replacement Squadron del MQ-9A a Cherry Point, North Carolina, come ha dichiarato la Capitano Alyssa Myers al Marine Corps Times.

MQ-9 Reaper

L’MQ-9 Reaper è un velivolo UAV (Unmanned Aerial Vehicle: velivolo senza pilota) progettato e prodotto, a partire dai primi anni 2000, dall’azienda statunitense General Atomics principalmente per l’aeronautica degli Stati Uniti (USAF) – ma inseguito fornito anche ad altri paesi della NATO, Italia compresa. Nato come successore multiruolo del drone di sola sorveglianza RQ-1 Predator, L’MQ-9 è il primo drone UAV della storia con caratteristiche Hunter-Killer. Ciò vuol dire che è stato progettato per la ricerca e distruzione degli obbiettivi, oltre ad altre caratteristiche tecniche e tecnologiche per la sorveglianza.

L’MQ-9 è inoltre più performante rispetto al suo predecessore grazie al propulsore turboelica Honeywell TP331-10T, in grado di sviluppare oltre 900 CV. Le sue caratteristiche aerodinamiche, insieme al potente propulsore, possono fornire al velivolo un autonomia dalle 14 alle 28 ore, toccando quote fino a 15.000 metri, ad una velocità massima di 480 km/h.

Il drone, proprio per le sue caratteristiche di attacco, è stato progettato per trasportare sia bombe a guida laser (come le GBU-12 Paveway II) e missili aria-terra (AIM-9 Sidewinder). Attualmente sono in fase di sviluppo studi per adattare i piloni sub-alari a missili aria-aria.

La maggior parte degli equipaggi degli MQ-9 Reaper (piloti e operatori di sensori), di stanza in basi come Creech Air Force Base vicino a Las Vegas, possono cacciare obiettivi e osservare il terreno in molte zone del mondo grazie ad un ponte satellitare – dato che il comando di un operatore impiega solo 1,2 secondi per raggiungere il drone.

Gli MQ-9 Reaper italiani

Il Reaper è utilizzato anche da aeronautiche della Nato, tra cui l’Aeronautica Militare italiana. In servizio presso il 32° Stormo, con sede all’aeroporto Foggia-Amendola, i Reaper italiani sono stato in tutto sei, di cui quattro ordinati nel 2008 e due nel 2009.

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