Il nuovo documento di politica estera di Mosca vede Putin come “moralizzatore del mondo”

(di Francesco Matera) La nuova “dottrina di politica estera russa”, presentata da Vladimir Putin durante una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale il 31 marzo scorso mira ad adeguare la diplomazia russa agli “sconvolgimenti avvenuti sulla scena internazionale”. Viene confermata la profonda rottura, causata dall’invasione dell’Ucraina, tra Russia e Paesi occidentali. Il Cremlino vuole spostare la sua linea d’azione focalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica sull’avversione all’Occidente, affermando il pericolo di  una “minaccia di natura esistenziale” per il popolo russo.

 

L’Occidente  vuole “indebolire la Russia con tutti i mezzi” ha tuonato Putin affermando: “stanno conducendo una guerra “ibrida”. Nel documento programmatico di  42 pagine presentato da Putin viene anche  trattata  la minaccia nucleare russa e l’allargamento della Nato.

La nuova dottrina di politica estera si basa prettamente su un aspetto di carattere  morale. Vladimir Putin si presenta come il paladino dei valori tradizionali della Chiesa ortodossa contro il decadente Occidente. L’Europa e gli Stati Uniti sono accusati di imporre “principi ideologici pseudo umanisti e neoliberisti, che condannano la perdita della spiritualità e dei principi morali tradizionali”.

Putin, da tempo, si presenta infatti come  baluardo contro il  “mondo becero”, in opposizione all’occidente decadente, alle prese con l’immigrazione incontrollabile, la moltiplicazione dei movimenti transgender e l’oblio delle radici cristiane. La “priorità” di Putin è quella di eliminare il “dominio” degli Stati Uniti e dei suoi alleati, contrastare le loro “politiche ostili” attraverso un’“era di cambiamento rivoluzionario”.

Vladimir Putin vede il mondo diviso in sfere di influenza, in cui le grandi potenze competono per affermare il proprio modello. Nelle sfere d’influenza vi è la Cina, con la quale la Russia condivide il suo
odio per l’Occidente e il suo desiderio di sostituire l’attuale ordine internazionale con una nuova
organizzazione del mondo che dia meno orgoglio alle democrazie. Poi c’è l’India, individuata da
Putin, alla pari della Cina, come “nuovo centro mondiale di potere e di sviluppo”.

Gli interessi strategici del Cremlino, non sono più in Europa ma in Medio Oriente, Africa e America Latina, dove il presidente russo ha molti alleati nella sua lotta contro l’Occidente. Tuttavia le nuove alleanze della Russia non sono prive di contraddizioni. As esempio Cina e India rimangono pur sempre  dei rivali storici.

Il nuovo documento diplomatico del Cremlino, che ricorda sia l’epoca sovietica che la Guerra Fredda, sancisce, tuttavia,  in  maniera definitiva l’avversione all’Occidente in contrapposizione a tutti coloreo che  speravano  di portare  Vladimir Putin al dialogo con Europa e Stati Uniti.

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