Iniziata la guerra dei droni: attaccato il Cremlino, una raffineria ed una base militare. Realtà o mera propaganda?

(di Francesco Matera) Le prime scarmucce prima dell’annunciata controffensiva ucraina di primavera. Kiev molto probabilmente vorrà rovinare la festa nazionale che i russi celebrano il 9 maggio di ogni anno.

Si intensifica l’utilizzo dei droni killer sul territorio russo per provocare l’incidente che potrebbe portare all’escalation del conflitto in modalità irreversibile laddove Mosca decidesse di utilizzare le sue bombe nucleari tattiche. Una eventualità scritta a caratteri cubitali nella nuova dottrina di difesa in caso Mosca si dovesse sentire minacciata direttamente all’interno dei propri confini.

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L’utilizzo dei droni pone tanti interrogativi. Tecnicamente è quasi impossibile inviare dall’Ucraina droni killer fino sul Cremlino senza adeguata assistenza satellitare. Poi c’è la questione dell’autonomia. Prende sempre più piede la pista degli oppositori interni di Putin, ovvero una manovra di propaganda di Mosca che utilizzerebbe falsi e programmati attacchi con APR per giustificare incursioni a più ad alto impatto sull’Ucraina: come per giustificare il prossimo utilizzo delle proprie bombe nucleari tattiche.

Pioggia di droni sulla Russia

E’ di ieri la notizia che due droni, probabilmente di fabbricazione iraniana, sono stati intercettati ed abbattuti per tempo proprio sopra il Cremlino.

Questa notte la raffineria di Ilsky, nella regione russa di Krasnodar, nel sud del Paese, è stata attaccata da un drone ed il suo serbatoio ha preso fuoco: lo ha reso noto un portavoce dei servizi di emergenza locali, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass.

Un altro attacco con droni è stato lanciato durante la notte su un aeroporto militare nella regione russa di Bryansk, riferisce il canale Telegram Baza.

Il relitto di un altro drone è stato trovato oggi circa cento chilometri a sud-est di Mosca nell’area di Kolomna. Lo hanno detto fonti delle forze dell’ordine alla Tass. Il drone è stato trovato in una foresta. Sul luogo dell’impatto si è formato un piccolo cratere. Nella stessa area era precipitato un altro drone lo scorso febbraio in quello che il governatore, Andrei Vorobyov, aveva definito “un attacco fallito”. 

La notizia dell’attacco al Cremlino era stata data da Ria Novosti ed era stata subito confermata dal Cremlino, che annunciava ritorsioni. “L’attacco sventato la notte scorsa con due droni è stato un attentato terroristico ucraino alla vita del presidente Vladimir Putin, che è rimasto illeso. Mosca adotterà misure di ritorsione contro Kiev”.

Secondo i servizi speciali russi (Fsb), inoltre, è stata sventata una serie di attacchi terroristici in Crimea, pianificati dalla direzione dell’intelligence militare ucraina: “Tra gli obiettivi c’erano gli omicidi di alcuni leader leadership della penisola, annessa unilateralmente da Mosca nel 2014, e infrastrutture”.

Il sindaco di Mosca, Serghey Sobyanin, ha disposto il divieto di sorvolo di droni sulla capitale dopo l’abbattimento dei due droni. Il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov, ha poi precisato che Putin non era al Cremlino nel momento dell’attacco. Medved su telegram: “Dopo l’attacco terroristico di oggi, non ci sono altre opzioni se non l’eliminazione fisica di Zelensky. Non è nemmeno necessario firmare l’atto di resa incondizionata. Anche Hitler, come sai, non l’ha firmato“.

“Naturalmente l’Ucraina non ha nulla a che fare con gli attacchi con i droni al Cremlino”. Lo ha dichiarato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un messaggio ai giornalisti.

“Noi non attacchiamo Putin o Mosca. Noi stiamo combattendo sul nostro territorio difendendo le nostre città e villaggi. Non abbiamo abbastanza armi per poterlo fare. Non attacchiamo Putin, lo lasciamo al tribunale”. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa a Helsinki.

“Siamo a conoscenza delle affermazioni delle autorità russe sui presunti attacchi di droni che avrebbero colpito il Cremlino e stiamo cercando di ottenere maggiori informazioni su ciò che è realmente accaduto. I presunti attacchi con i droni non devono essere usati come pretesto per un’ulteriore escalation della continua aggressione della Russia al di fuori dei suoi confini”. Lo fa sapere all’ANSA Peter Stano, portavoce del servizio di azione esterna dalla Commissione Europea.

I caccia a Kiev e nuovi finanziamenti per le munizioni

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto “certo” che gli alleati occidentali consegneranno i caccia a Kiev dopo “le azioni offensive” che ci saranno “presto” sul campo. In conferenza stampa con il presidente finlandese Sauli Niinistö a Helsinki, Zelensky ha affermato che gli alleati dell’Ucraina hanno consegnato le armi dopo le azioni di successo dell’esercito ucraino sul campo di battaglia. “Perché credo che avremo aerei? Perché presto avremo azioni offensive. E dopo di loro, ne sono certo, ci verranno dati aerei”, ha detto il presidente ucraino, citato da Ukrainska Pravda. 

Nel frattempo gli ambasciatori dell’Ue hanno approvato la decisione sulla misura di assistenza nell’ambito del Fondo europeo per la pace (Epf) per sostenere le forze armate ucraine con 1 miliardo di euro per l’acquisto congiunto di munizioni e missili.

Si tratta del cosiddetto “secondo pilastro” del piano munizioni, che prevede acquisti congiunti attraverso l’Agenzia per la Difesa (Eda) – oppure un consorzio di Paesi membri – sia per le esigenze degli Stati membri sia per le forniture a Kiev. Il miliardo di euro dell’Epf si applica solo alle munizioni che saranno fornite all’Ucraina.

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