La Cina forma nei suoi college i leader politici e militari africani

La scorsa settimana, il presidente cinese Xi Jinping si è recato in Sudafrica per partecipare al vertice annuale delle cinque economie emergenti che compongono il gruppo dei BRICS. Durante gli incontri Xi ha promesso una maggiore cooperazione, anche militare, con molti Paesi africani che sono stati a lungo ignorati dall’Occidente e nei quali Pechino ha investito per anni miliardi di dollari in progetti infrastrutturali.

Sulla scia del vertice BRICS, Pechino ha recentemente ospitato un forum sulla sicurezza a cui hanno partecipato alti funzionari della Difesa di cinque Paesi africani.

La Cina da tempo ha investito nel continente africano e non solo in termini di finaziamenti ma anche formando i suoi leader alla cultura politico-militare cinese. Anche Stati Uniti, Francia ed Inghilterra offrono, da tempo, nelle proprie scuole di alta formazione percorsi di studio a favore della dirigenza dei Paesi africani.

Il quotidiano spagnolo El Mundo ha trattato, in un interessantissimo editoriale, la realtà delle scuole politico-militari cinesi che nel corso degli anni sono diventate vere e proprie punti di riferimento per dirigenti internazionali.

Tra le sedi spicca la città di Nanchino che con i suoi 10milioni di abitanti è diventata la base di uno dei comandi più importanti dell’Esercito Popolare di Liberazione nel cosiddetto Teatro Orientale, da dove vengono dirette tutte le operazioni militari intorno al Stretto di Taiwan.

Nanchino è anche la sede di una delle più prestigiose scuole politico-militari (Scuola Comando) che forma i suoi frequentatori sull’addestramento alle operazioni di combattimento terrestre. Ma è anche il luogo dove studiare la dottrina del Partito Comunista Cinese e il suo legame con le Forze Armate. La Scuola Comando ha ospitato alcuni dei generali più influenti di quello che oggi è il più grande esercito del mondo. Ma si è anche guadagnata la reputazione di college militare che accoglie ogni anno moltissimi studenti stranieri, soprattutto africani.

La scuola di Nanchino ha avuto tra i suoi studenti presidenti africani, ministri della Difesa, genieri e comandanti come il presidente eritreo Isaias Afwerki e il presidente dello Zimbawe Emmerson Mnangagwa. Tra gli studenti illustri figurano gli ex presidenti Joao Bernardo Vieira (Guinea-Bissau), Sam Nujoma (Namibia) e Jakaya Kikwete (Tanzania).

Non solo politici ma anche militari. A Nanchino hanno completato i loro studi il generale ugandese Fred Mugisha e il mozambicano Lagos Lidimo e ben otto ministri della Difesa.

A Pechino, invece, ha sede l’Università Nazionale della Difesa dell’Esercito popolare dove hanno studiato Joseph Kabila, ex presidente della Repubblica Democratica del Congo, e il generale David Muhoozi, attuale ministro degli Affari interni dell’Uganda.

Gli ufficiali africani che frequentano le scuole cinesi ricevono anche una formazione sui meccanismi utilizzati dal partito popolare cinese per esercitare il controllo sulle Forze Armate. Noto al riguardo è il sistema dell’istituzione dei commissari politici all’interno dei vari servizi militari. Angola, Algeria, Capo Verde, Etiopia, Eritrea, Guinea-Bissau, Mauritania, Mozambico, Ruanda, Sud Sudan, Tanzania e Zimbabwe hanno, di fatto, adottato questo insolito modello maoista di fusione tra partito al potere e Forze Armate per affermare la leadership dei propri governanti.

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